Nico Rosberg ha annunciato il ritiro dalla Formula 1. Il 31enne tedesco di Wiesbaden, fresco vincitore del Mondiale di automobilismo domenica scorsa ad Abu Dhabi, lo ha comunicato al Gala della Fia di Vienna dove vengono assegnati i tradizionali premi di fine stagione, a soli 5 giorni dalla conquista del titolo.
“Voglio cogliere questa occasione per annunciarlo – ha dichiarato Rosberg con un post pubblicato sul suo profilo di Facebook – ho deciso di chiudere la mia carriera in F1 adesso. È difficile da spiegare, sin da quando avevo 6 anni avevo un sogno, ed era quello di diventare campione del mondo della Formula 1. Ora l’ho raggiunto, ho dato tutto per questo obiettivo per 25 anni e con l’aiuto di chi mi circonda, con l’aiuto dei tifosi, della famiglia e dei miei amici sono riuscito a farcela quest’anno. È stata un’esperienza incredibile – ha detto ancora il campione del mondo – qualcosa che ricorderò per sempre…Ho scalato la mia montagna, sono in vetta. E questo mi fa stare bene”.
Molto belle anche le parole che Nico ha dedicato a sua moglie Vivian, ringraziandola per aver capito i momenti, intervenendo quando le cose si facevano difficili, e per aver stretto i denti occupandosi della loro bambina tutte le notti, consentendo così al pilota di recuperare dalle fatiche di un campionato massacrante dal punto di vista fisico ma, soprattutto, psicologico.
Rosberg lascia dopo aver dimostrato, sia a suo padre che al suo eterno rivale Hamilton, di essere alla loro altezza. Perché è stata questa la fissazione che ha accompagnato un percorso difficile e logorante fatto di pressioni e di grosse delusioni. Oscurato dall’ingombrante ombra di Keke, il papà finlandese campione del mondo con la Williams nel 1982, Nico ha lottato fin da bambino per raggiungere lo stesso obiettivo. Ed è cominciato già nei kart il duello con Lewis Hamilton. Una sfida infinita, con Rosberg costretto sempre a dover fare i conti con il talento dell’inglese, un prodigio fin dall’infanzia.
Il destino li ha fatti incontrare nuovamente, da nemici-amici, nel 2013. Entrambi in Mercedes a giocarsi il titolo. Ma per due anni di fila, 2014 e 2015, il Mondiale lo vince Hamilton. La pressione per Rosberg aumenta ancora, ma proprio in quel momento lui dà tutto. Uno sforzo enorme per riuscire a dimostrare almeno una volta di essere lui il più forte: più del padre Keke, più del rivale Lewis. Fino ad ottenere quest’anno la giusta consacrazione.
Ma ora al primo posto c’è la famiglia ed una bimba piccola della quale occuparsi.
La sua scelta d’amore lo fa ancora più grande. Un gigante che scende dal carro del vincitore. Poteva essere ancora più ricco fuori, ha preferito diventare più ricco dentro.
Lasciare al vertice è gesto nobilissimo. In un mondo che corre a mille all’ora, dove si è sempre in gara con chi ti corre accanto, è bello applaudire una decisione come quella di Nico, campione forse normale ma uomo speciale.
Hamilton, dal canto suo, ha impiegato poco a gettare la maschera, dimostrando di fare fatica a digerire la sconfitta. Dopo i suoi rallentamenti antisportivi nell’ultima gara per cercare di ostacolare fino alla fine il suo compagno-rivale e dopo non aver partecipato ai festeggiamenti della squadra, ha infatti dichiarato di non mostrarsi sorpreso della decisione del suo eterno rivale visto che per la prima volta in 18 anni era riuscito a vincere lui.
Parole inopportune di chi è all’opposto di Nico. Probabilmente più campione in pista ma certamente molto meno nella vita.
Rosberg lascia all’apice del suo percorso, non ha più voglia di dimostrare qualcosa a qualcuno, ha deciso che gli basta. “Quando vincerai il Mondiale potrai parlare con me di automobilismo”, gli ha sempre detto suo padre. Ora Nico e Keke potranno finalmente sedersi al tavolo e parlare, da campione del mondo a campione del mondo.