Si compra su Internet e si condivide la macchina. Questi i nuovi stili di consumo individuati dal Censis, secondo cui sono 15 milioni gli italiani che fanno acquisti sul web (2,7 milioni nell’ultimo anno hanno comprato prodotti alimentari in rete e l’home banking è praticato dal 46% degli utenti del web). Per muoversi, invece, sono sempre di più coloro che optano per il car sharing: il 4% degli italiani (circa 2 milioni) e la percentuale sale all’8,4% tra i giovani. Un altro segno di vitalità della realtà socio-economica del Paese riguarda il trend dell’imprenditoria giovanile. L’Italia ha il più ampio numero di giovani lavoratori autonomi a livello europeo: sono 941mila (nella classe 20-34 anni), seguiti da 849mila inglesi e 528mila tedeschi. Lo mette in evidenza sempre il Censis nel suo 49° Rapporto, aggiungendo che il 15% degli under 30 ha intenzione di avviare una start-up nei prossimi anni. Rispetto al 2009, inoltre, sono circa 7mila in più i giovanissimi titolari d’impresa (+20%). Tra i segmenti più dinamici la ristorazione e la ricettività, con quasi 20mila imprenditori under 30.
Inoltre, sta cambiando anche il volto delle città, permeate da incisivi processi di trasformazione del tessuto economico. In particolare, cambia il look ai “piani terra” degli edifici, vale a dire nell’offerta commerciale dei negozi. Tra il 2009 e il 2015 sono crollati di oltre il 10% i ferramenta, le boutique, le librerie, le macellerie, mentre si è registrato un vero e proprio boom di take away (+37%), ma anche di ristoranti (15,5%), bar (+10%) e gelaterie-pasticcerie (+8%). Tre le ragioni: ridotto capitale necessario all’avvio di queste attività, pervasività del cibo nel nostro quotidiano, l’iniziativa di molti cittadini stranieri.
Accanto alle luci, tuttavia, persistono le ombre a oscurare in parte il panorama e la struttura sociale del Paese. Ripartono i consumi, ma si allarga la forbice fra ceti facoltosi e meno abbienti, con il 20% delle famiglie che non riesce a coprire tutte le spese con il proprio reddito. “Circa 5 milioni di famiglie hanno difficoltà a far tornare i conti e tra quelle di livello socio-economico basso la percentuale sale al 37,3%”. Si legge nel rapporto Censis. “Per la prima volta dall’inizio della crisi, la quota di famiglie italiane che nell’ultimo anno hanno aumentato la propria capacità di spesa risulta superiore a quella delle famiglie che l’hanno invece ridotta (il 25,6% contro il 21,3%). Si tratta di un dato che segna una forte discontinuità con il recente passato: basti pensare che nel 2013 il 69,3% delle famiglie aveva dichiarato che la propria capacità di spesa si era ridotta. Anche le previsioni riguardo a redditi, consumi e risparmi, danno conferma di un clima generale che sembra virare in positivo. La grande maggioranza delle famiglie prevede, comunque, di attestarsi sui livelli di reddito, spesa e risparmi dell’anno precedente (rispettivamente, il 79,1%, il 77,6% e il 73,5%). I prossimi mesi ci diranno se il trend positivo si consoliderà a discapito dei fattori che frenano la ripresa.