Cogliendo l’occasione della sentenza emanata dalla Corte di giustizia europea sulla violazione della direttiva 2011/7/UE da parte dell’Italia, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, Confartigianato ha pubblicato il report dell’Ufficio Studi ‘I tempi di pagamento dei Comuni nel I semestre 2019: una analisi per territorio”, per fare il punto della situazione. Dal rapporto emerge che l’Italia è il primo Paese in Unione europea per peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, pari a 3 punti di PIL, quota pressoché doppia rispetto all’1,6% della media dell’Unione europea. Tale spread con l’Ue potrebbe essere completamente assorbito se fosse adottata la proposta di Confartigianato e di altri soggetti di compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese. Proposta chiarita ulteriormente dal Presidente Merletti: utilizzare i 28,4 miliardi di euro di versamenti allo Stato da parte delle imprese fornitrici della Pa, dimezzando così (53,5%) i 53 miliardi di debiti della stessa Pa.
In particolare – spiega il rapporto – le Amministrazioni comunali concentrano una ampia quota di forniture da parte delle micro e piccole imprese e dell’artigianato. L’analisi dei dati su oltre 7 mila e 800 Comuni per i quali sono rilevati pagamenti nel corso del I semestre 2019 evidenzia che a fronte di 4,7 milioni di fatture ricevute dai fornitori per un importo totale di 21,1 miliardi di euro, le Amministrazioni comunali hanno pagato un totale 15,5 miliardi di euro con un tempo medio di pagamento di 37 giorni, sostanzialmente in linea con il tempo medio di 39 giorni rilevato per il totale degli enti della PA che hanno effettuato pagamenti. Di conseguenza, i Comuni presentano un ritardo medio di 3 giorni sulla scadenza delle fatture stesse, con una quota dell’importo pagato sul totale fatture pari al 73,6%. Il 40,6% di questi enti paga entro 30 giorni (3.196 comuni), concentrando il 42,1% dell’importo pagato (6,5 miliardi di euro), mentre il restante 59,4% paga in oltre 30 giorni (4.682 Comuni), con una quota del 57,9% dell’importo pagato dal totale dei Comuni (9,0 miliardi di euro). Inoltre, il 44,1% dei Comuni impiega in media dai 31 ai 60 giorni per pagare i propri fornitori – con un forte addensamento nei giorni immediatamente successivi – mentre a distanza di oltre sei anni dall’entrata in vigore della normativa europea sui tempi di pagamento rimangono 1.207 Comuni – pari al 15,3% del totale delle Amministrazioni locali e il 8,9% degli importi delle fatture – che pagano oltre i 60 giorni.
Venendo poi ai tempi di pagamento dei Comuni nella loro dislocazione territoriale, il Report di Confartigianato rileva che i tempi medi di pagamento più elevati si registrano nei Comuni localizzati in Molise (57 giorni), Calabria (56 giorni), Campania (50 giorni), Umbria (48 giorni) e Abruzzo (46 giorni). Sul versante opposto, invece, risultano più virtuosi gli enti localizzati nella Provincia Autonoma di Bolzano che impiegano, nella media provinciale, 20 giorni per pagare i propri creditori; seguono il Veneto (28 giorni), la Valle d’Aosta e la Liguria (entrambe con 29 giorni) e il Friuli-Venezia Giulia e Sardegna, regioni nelle quali i Comuni pagano mediamente nel termine di 30 giorni.
L’indagine analizza il fenomeno anche dal punto di vista della distribuzione provinciale. Dalla quale si evince che evince i comuni pagano in ritardo rispetto alla media di 37 giorni in 49 province di appartenenza. In particolare, pagano oltre i 60 giorni i Comuni localizzati nelle seguenti province: Rieti (68 giorni), Reggio Calabria (66 giorni) e Campobasso (62 giorni). Al contrario i termini di pagamenti sono più contenuti e rispettosi, nella media provinciale, del termine di legge, per i comuni localizzati nelle province di: Bolzano (20 giorni), Genova (22 giorni), Sassari (24 giorni), Sondrio (24 giorni), Bergamo, Novara, Verona (tutte con 25 giorni), Treviso (26 giorni), Massa-Carrara, Vercelli, Vicenza (tutte con 27 giorni), Brescia, Piacenza, Pisa, Prato, Sud Sardegna, Udine, Valle d’Aosta e Venezia (tutte con 29 giorni), Cuneo, Ferrara, Firenze, Gorizia, Lecco, Padova e Pordenone (tutte con 30 giorni).