Sindaci oggi alla ribalta sulla stampa. Il Corriere della Sera, ad esempio, pubblica due pezzi dedicati proprio a dar voce a coloro che governano le città fronteggiando in prima linea problemi, criticità e sfide che incidono direttamente sulla vita quotidiana della gente. Povertà, emarginazione, immigrazione, sicurezza, criminalità, terrorismo, soprattutto. Particolarmente significativa in tal senso la voce di Rahm Emanuel, Sindaco di Chicago, ex capo dello staff di Obama, intervistato da Marilisa Palumbo, che caldeggia apertamente il ruolo di leader mondiali che i Sindaci stanno assumendo ai quattro angoli del pianeta per due ragioni essenzialmente: il vasto processo di urbanizzazione della popolazione che sta generando megalopoli sconfinate, gravate da problematiche immani, e la speculare fragilità delle classi politiche nazionali e dei governi da esse espressi. Ciò sembra corretto negli Stati Uniti, dove la figura del presidente Trump appare sempre più discussa e controversa, ma anche in Italia, dove la litigiosità e la frammentazione dei partiti impediscono persino di varare una legge elettorale degna di questo nome.
Parlando di casa propria, Emanuel vanta i successi raggiunti. “L’economia della città va bene – annuncia – Chicago è la città numero uno per gli investimenti diretti, cresce più velocemente non solo dell’America, ma anche di New York. Anche il numero dei laureati è in crescita costante, ma nel South Side e nel West Side, dove c’è molta povertà, il tema della sicurezza è la sfida più importante…”. Con orgoglio, inoltre, Emanuel ci tiene a definire la sua Chicago “welcoming city”, città accogliente, dove gli immigrati illegali non sono perseguiti. Poi aggiunge: “Nelle nostre scuole pubbliche si parlano 140 lingue diverse, ma perché questa diversità sia una forza bisogna condividere i valori chiave… Sono le fondamenta comuni a far sì che le differenze lavorino per noi e non contro di noi”. Un messaggio che potrebbe rivelarsi molti utile, se tradotto in azioni concrete, anche nel nostro Paese, assillato dalle polemiche indotte dalla crescente emergenza immigrazione. A questo proposito, giunge opportunamente e non a caso la lettera – pubblicata sempre dal Corriere della Sera – di alcuni autorevoli Sindaci (Enzo Bianco, Matteo Biffoni, Giovanni Corbo, Antonio Decaro, Vincenzo Lionetto Civa e Raffaele Scarinzi), che non ci stanno a essere considerati “anti immigrati” e rivendicano con forza il proprio impegno “allo spasimo, insieme alla parte migliore delle nostre comunità, per gestire il fenomeno dei flussi migratori… Quando protestiamo, anche quando – in qualche caso capita – sbagliamo i modi di quella protesta – ribadiscono – noi siamo i Sindaci: l’unico volto delle istituzioni che i cittadini riconoscono come vicino”.