I robot si stanno umanizzando, aggirando le “tre leggi” indicate da Isaac Asimov per circoscrivere il perimetro e delimitare i confini operativi fra mondo artificiale e mondo reale? Stando a Icra 2016, la più importante conferenza internazionale dedicata alla robotica e all’automazione che si è aperta ieri in Svezia, a Stoccolma, sembrerebbe proprio di sì. Sorprendenti i dispositivi tecnologici esposti: arti meccanici sempre più abili nell’afferrare oggetti, occhi sempre più potenti, materiali più economici. Signori, è la rivoluzione! Una rivoluzione che spiana la strada alla fabbrica automatizzata e digitale del Terzo Millennio. Le imprese si preparano a gestire una nuova generazione di macchine in grado di lavorare al fianco dell’uomo, nelle fabbriche come nei centri commerciali. Puntuale il commento di Antonio Bicchi, ricercatore del centro ‘Piaggio’ dell’università di Pisa e dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e responsabile del programma scientifico di Icra 2016 con Alessandro De Luca, dell’università Sapienza di Roma: “A Stoccolma vengono presentate le novità che cambieranno le nostre vite nel prossimo futuro. Mai come adesso la robotica è stata così ricca di sorprese. Nella conferenza di Stoccolma si percepisce chiaramente che la robotica è un settore in grandissima crescita”, ha osservato Bicchi. Un ambito decisamente vivace nella ricerca sui robot riguarda la capacità di vedere, risultato delle tecnologie di apprendimento basate sull’intelligenza artificiale: “Diventano possibili – ha continuato Bicchi – cose impensabili fino a qualche tempo fa, con robot che sanno interagire con le persone intorno a loro in modo più naturale”. Tra le proposte di Icra 2016, non potevano mancare “i dispositivi per l’assistenza fisica degli anziani e la riabilitazione, e i robot umanoidi sempre più agili e intelligenti”. Accanto alle nuove macchine capaci di adattarsi all’ambiente, tipiche della cosiddetta robotica soffice, a Stoccolma fanno il loro ingresso anche i bizzarri robot costruiti in materiali morbidi, come plastiche o silicone, e dalle forme ispirate al regno animale, dai polpi ai bruchi. Si prospetta, dunque, un futuro dalle “magnifiche sorti e progressive”? Ce lo auguriamo. Dubitarne è però sempre cosa saggia e aiuta a prevenire derive infauste. Possiamo, infatti, escludere che un giorno i robot, sempre più intelligenti e sofisticati, si ribelleranno al dominio degli umani?