Un Giro d’Italia che parla ancora straniero; questa volta è lo svizzero Dillier a vincere una tappa quasi tranquilla, soffiando al fotofinish Jasper Stuyven, e che regala, ancora una volta, la maglia rosa al lussemburghese Jungels.
Oggi la tappa numero sette parte da Castrovillari per giungere, dopo 224 km, in Puglia nella splendida cornice di Alberobello. Si attraverserà la costa jonica in un percorso decisamente pianeggiante e senza grandi pericoli. Proprio per questo motivo ci si aspettano delle sorprese. Fin dalla partenza di Castrovillari, all’interno del Parco Nazionale del Pollino. La città collinare ha origini antiche che rimandano al paleolitico, certamente vi è stata la colonizzazione romana (da qui cui deriva il nome Castrum Villarum). Anche qui vi fu la presenza normanna e quella sveva che dominò fino al 1200, dopo ci fu il dominio degli Angioni (fino al 1400) e quello di Ferdinando I d’Aragona. A quest’ultimo si deve il simbolo della città: il Castello Aragonese.
A seguire i Borboni dominarono questa collina per poi cedere alla presenza dello strapotere napoleonico. La rivolta di Garibaldi consegnò la città al Regno d’Italia. Dal Maestoso Castello Aragonese si scende nell’azzurro mare dello Jonio per poi arrivare al traguardo di Alberobello. E’ la città celebrata in tutto il mondo per i famosi trulli, le particolari case costruite senza malta con la sola pietra calcarea. Il tutto avvenne attorno al 1600, quando il signore della zona permise la costruzione di questo agglomerato urbano senza l’utilizzo della malta per evitare di pagare la tassa al viceré spagnolo del Regno di Napoli che l’aveva istituita per la costruzione di una nuova città.
Oggi il trullo è una delle meraviglie del mondo, acclamato da ogni latitudine; oltretutto la città è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Con la neve o con il caldo, in ogni stagione la città è piena di turisti che vengono appositamente a vedere l’unicità di queste incantevoli costruzioni.
Qui oggi arriverà la settima tappa del Giro d’Italia, come dicevamo all’inizio, sperando che esca fuori dal cilindro la prima vittoria italiana. Sette tappe senza un nome italiano è qualcosa di anomalo che fatichiamo a ricordare.
Di italiano c’è, però, la presenza di un pubblico che, fin dalla prima giornata in Sardegna, sta regalando emozioni su emozioni. Si aggiunga la presenza del patrimonio artistico delle città attraversate dalla corsa, ed ecco che il Giro si sta rilevando un grande avvenimento nella doppia chiave culturale e turistica. Non solo sportivo, quindi. Se ci aggiungiamo la vittoria italiana sarebbe l’optimum.