I quattro gran premi della montagna della tappa appenninica di ieri ci regalano un’altra vittoria straniera. Questa volta è il basco Fraine a vincere dopo una fuga che ha visto anche il francese Roland e il portoghese Rui Costa. Il gruppo della maglia rosa ha controllato la gara e solo nell’ultimo passo, sul fiume Fumaiolo, vi è stato un timido tentativo di fuga di Nibali. Tutto inalterato, quindi. Maglia rosa al belga Dumoulin, con Quintana e Nibali ad inseguire.
Oggi dodicesima tappa, da Forlì a Reggio Emilia, la più lunga del Giro, con i suoi 234 km, quasi del tutto pianeggianti e caratterizzata da un arrivo per sprinter. Una delle ultime possibilità per i velocisti prima dell’arrivo delle tappe dolomitiche.
Oltre ad essere la più lunga, la tappa odierna, per la prima volta, passerà in autostrada per una trentina di km circa.
Si parte da Forlì, e subito dopo pochi km si hanno due gran premi della montagna, seppur di modesta entità. Forlì è conosciuta come “Cittadone” per essere stata per anni la città più popolosa della Romagna, grazie alla sua posizione strategica che l’ha resa crocevia di tutti i traffici commerciali della zona.
Oggi non è così centrale, superata da altre città. E’, però, una città che ha da poco compiuto 22 secoli di vita, essendo nata nel 188 secolo a.c. Di età romana, quindi, Forlì, nei secoli, ha sempre sfruttato la sua posizione strategica e attirato gelosie; nel medioevo Ostrogoti e Bizantini la dominarono. Fin dal medioevo a Forlì vi era presente una comunità ebraica con una fiorente attività culturale. Tanto che a Forlì vi è sempre stata una forte tradizione di studi nel campo medico. Inoltre, dal cinquecento in poi, fu sotto il dominio papale che diede alla città una crescita esponenziale in tutti i campi della società. In tempi più recenti Forlì fu teatro dell’omicidio, da parte delle Brigate Rose, del Senatore Roberto Ruffilli, una delle pagine più brutte della storia italiana.
L’Abbazia di San Mercuriale rappresenta il simbolo della città, con il suo alto campanile che emerge anche in lontananza. Delle mura medievali rimane ben poco, eccezion fatta per la Porta Schiavonia.
Da Forlì si sale fino a Sasso Marconi per poi scendere sulla piana ed arrivare al traguardo di Reggio Emilia. La città sorge sulla via Emilia, che collega Piacenza a Rimini. E’ la città del tricolore; qui nacque la bandiera italiana nel 1796 dove fu esposta per la prima volta. E’ inoltre la città del Parmigiano Reggiano, il formaggio più famoso al mondo. La città nacque in età romana da Marco Emilio Lepido. Ebbe una decadenza dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Durante la conquista longobarda fu la Capitale del Ducato di Reggio.
Il centro storico è a forma esagonale sulle antiche mura di fortificazione. Tra i monumenti emergono il Duomo e il teatro Municipale. Ed ovviamente la Sala Tricolore. Da vedere piazza Prampolini e piazza San Prospero. Da notare la presenza, alle porte della città, della stazione ferroviaria dell’alta velocità disegnata da Santiago Calatrava.
Questa tappa potrebbe sancire il record del Giro senza vittorie italiane. Ci penserà Nibali a spezzare quest’incantesimo?