Un bilancio moderatamente positivo quello tracciato dalla Commissione Ue (relatori il vp Valdis Dombrovskis e la commissaria Věra Jourová) sul Gdpr, a un anno dalla sua entrata in vigore, dal quale emerge che il board europeo ha gestito 516 casi transfrontalieri. Complessivamente, secondo il report, la maggior parte degli Stati membri ha istituito il quadro giuridico necessario affinchè il Gdpr e il nuovo sistema di applicazione entri in vigore. Di conseguenza, le imprese stanno sviluppando una cultura della conformità che contribuisce alla sicurezza dei dati, mentre i cittadini stanno diventando più consapevoli dei loro diritti, sebbene soltanto il 20% sappia quale autorità pubblica sia responsabile per la protezione dei loro dati. Ecco perché la Commissione ha lanciato una campagna estiva per incoraggiare alla lettura delle dichiarazioni sulla privacy e all’ottimizzazione dei profili di privacy.
“L’Unione europea si impegna a rimanere all’avanguardia nella protezione dei diritti personali nella trasformazione digitale – annuncia Frans Timmermans primo vp della Commissione Ue – cogliendo al contempo le numerose opportunità che offre per l’occupazione e l’innovazione”.
“Il Gdpr offre alle aziende l’opportunità di sfruttare al massimo la rivoluzione digitale –aggiunge Věra Jourová Commissaria per la giustizia, i consumatori e l’uguaglianza di genere – garantendo al contempo la fiducia delle persone in essa. E apre alla diplomazia digitale la possibilità di promuovere flussi di dati basati su standard elevati tra i paesi che condividono i valori dell’UE. Ma serve proseguire i lavori affinché il regolamento diventi pienamente operativo ed efficace. E La Commissione europea continuerà a finanziare le autorità nazionali nei loro sforzi di promozione della compliance”. Il prossimo report arriverà nel 2020.