Se nella Pubblica Amministrazione il 2020 era stato l’anno dello smart working, il 2021 è più di tutto l’anno delle gare d’appalto per i servizi informatici e tecnici. La pandemia ha costretto la Pubblica Amministrazione a un cambio di passo per l’offerta servizi digitali, ma ha anche messo a nudo anche i limiti di sicurezza delle strutture informatiche degli enti pubblici e la necessità di sburocratizzare le procedure di gara. Il numero di procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando ex art. 63 del Codice dei Contratti ha infatti toccato quota 2.625 (+71% rispetto all’anno precedente) mentre – anche complice l’introduzione dei decreti Semplificazioni – gli affidamenti diretti per la digitalizzazione sono arrivati a quota 6.723, contro i già considerevoli 5.247 casi del 2020 (+22%).
È questa la fotografia scattata dal report realizzato da Studio Amica e basato sui dati aggregati presenti sulla piattaforma di public procurement TUTTOGARE PA. Il report si basa sui dati aggregati delle 407 stazioni appaltanti che hanno indetto almeno una gara utilizzando la piattaforma nel 2021 e mette in relazione i dati degli enti utilizzatori con le tendenze del mercato dei contratti pubblici in Italia nel 2021.
Il report evidenzia una predominanza degli acquisti nei servizi (4.521 gare nel 2021 contro le 3.198 del 2020), tra questi dominano quelli informatici: «L’aumento di questa tipologia di gare è riconducibile, nel periodo pandemico, alla deroga della facoltà di ricorso alla procedura d’urgenza ex art. 65 del D. Lgs. 50/2016, introdotte dal Legislatore in ottica di semplificazione e velocizzazione delle procedure di approvvigionamento pubblico di tale tipologia di servizi» commenta Cataldo Lolli, CEO di Studio Amica.
Il PNRR, che ha appena sbloccato il pagamento della prima tranche di fondi europei, ha portato a un aumento esponenziale (+71%) anche per le gare nel settore dei Lavori pubblici. In linea con il trend nazionale (14.000 CIG in media all’anno), costruzione, manutenzione e installazioni sono le categorie su cui maggiormente si concentrano le gare di Lavori, seguite da quelle di carattere sociale, in particolare per le tematiche socio-assistenziali e scolastiche. In totale il valore degli appalti gestiti da TUTTOGARE PA nel 2021 è stato di 4,38 MLRD di euro, in crescita del 30% rispetto al 2020. Le gare gestite sono state 11.511 contro le 8.147 dell’anno precedente (+30%).
«Con lo stanziamento di 320 milioni di euro previsti dal Ministero dell’Interno a copertura delle spese di progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad opere pubbliche nell’ambito del PNRR, c’è da aspettarsi una ulteriore impennata delle relative procedure da parte degli enti locali per tutto il 2022 e oltre» conclude Lolli.
Chi compra di più? Primato a Nord Italia e Lombardia, davanti a Lazio e Puglia.
Con 1.94 Miliardi di Euro il Nord Italia si attesta l’area con la spesa più elevata nel 2021. Spesa in aumento di oltre il 100% se confrontata con il 2020. La regione che traina questa crescita con i suoi acquisti per oltre 1.3 Miliardi di Euro è la Lombardia Per quanto riguarda, invece, la tipologia di acquisti, in questo anno di pandemia e inizio ripresa, il Nord Italia si focalizza sugli acquisti di servizi e in particolare dei cosiddetti servizi tecnici. L’unica altra regione che supera il miliardo di acquisti è il Lazio con i suoi 1.290.000.000 euro, al terzo posto la Puglia che si ferma a poco sopra ai 483.000.000 euro. Come “soggetti di spesa” maggiormente rilevanti troviamo le “public utilities”, vale a dire i gestori di servizi pubblici e ambientali con i loro appalti in materia di trasporto pubblico, distribuzione di gas ed energia elettrica, gestione del ciclo idrico e smaltimento dei rifiuti.
Per ulteriori approfondimenti potete consultare il documento completo realizzato da Studio Amica s.r.l.:
Report TuttoGarePa 2021