“Il problema è che tutti i giganti dell’ economia digitale hanno una sola bussola, ed è il business. Più dati raccolgono, più cresce il fatturato, più diventano gli intermediari esclusivi tra produttori e consumatori. È questa la cornice dentro la quale si muove l’ economia attuale, digitale e non. Ed è in questo quadro che la vicenda Cambridge Analytica ha suscitato un momento di consapevolezza generale anche più ampio di quello del caso Snowden”. E’ l’opinione del presidente dell’ Autorità per la Privacy Antonello Soro, intervistato dal Messaggero.
“Due miliardi di persone – spiega Soro analizzando il caso Cambrigde Analytica – hanno avuto la sensazione sgradevole di essere oggetto di un commercio, di uno scambio, e di un controllo che non fa piacere, quindi è venuta notevolmente meno la fiducia nei confronti di Facebook. E probabilmente non solo di Facebook. Il social ha scoperto che il danno reputazionale è la prima sanzione per un comportamento scorretto, perché il crollo in Borsa, ma in generale il sentimento di partecipazione preoccupata da parte dell’ opinione pubblica mondiale, rappresenta una sanzione forse ancora più temuta di quelle amministrative, in particolare pecuniarie”.
Prima di poter correre ai ripari, avvisa Soro, “è necessario che l’ indagine su Cambridge Analytica venga allargata. Facebook deve fornire tutti i dati sulle altre società specializzate in marketing politici con cui aveva stretto accordi, poiché gli utenti spiati potrebbero essere molti di più di quelli già scoperti. Bisogna dire, comunque, che la vicenda ha avuto alcuni effetti positivi, perché ha sviluppato attenzione verso la privacy sia da parte di Facebook che del Congresso degli Stati Uniti. Un’ attenzione molto più sviluppata in Europa, dove vige la normativa più avanzata al mondo in grado di offrire strumenti per governare la società digitale”.
“Una Rete priva di regole – chiarisce il presidente dell’Autorità per la privacy Antonello Soro – non è più libera, ma lo è molto meno, se è vero che ha generato questa nuova geografia dei poteri”