I “furbetti del cartellino” rappresentano ormai la piaga cronica, quasi proverbiale, dell’assenteismo e del lassismo che allignano in certe pieghe della Pa, centrale e locale. Indimenticabile l’immagine del dipendente che timbra in mutande e poi torna a dormire. E per questo s’intensificano i controlli e le sanzioni disciplinari da parte delle autorità preposte, che giungono sino al licenziamento dei dipendenti infedeli colti con le mani nel sacco, grazie anche alla riforma Madia che ha reso più severe le punizioni. Fioccano anche iniziative originali da parte di certe amministrazioni per contrastare più efficacemente il fenomeno. Esemplare il caso del Comune di Santa Margherita Ligure, primo in Italia ad aver deciso di rilevare le presenze sul lavoro dei propri dipendenti con la lettura delle impronte digitali. L’apparecchiatura entrerà in funzione a breve. L’introduzione del nuovo sistema è stata inserita nel piano anticorruzione adottato dalla giunta comunale su proposta del segretario comunale. Recentemente, il Comune di Santa Margherita ha sospeso due lavoratori comunali per timbrature non regolari. Ogni dipendente sarà dotato di un badge su cui, preventivamente, verrà memorizzata in forma protetta l’impronta digitale. Per timbrare il dipendente dovrà avvicinare il badge al rilevatore e subito dopo appoggiare il polpastrello sul lettore biometrico dattiloscopico. La corrispondenza fra impronta letta e impronta contenuta nel badge abiliterà la timbratura. “Così tuteliamo l’immagine dei dipendenti corretti e il buon nome dell’ente”, dichiara il Sindaco Paolo Donadoni con un certo orgoglio per l’inedita soluzione escogitata. Chissà che nel prossimo futuro non si arrivi anche alla lettura oculare.