Il coordinamento dei piccoli Comuni dell’Umbria sta approfondendo il tema delle funzioni associate dei Comuni. Finora il dibattito è stato incentrato sulla gestione delle funzioni principali dei piccoli Comuni, che in Italia rappresentano una vera e propria risorsa. Ma i Comuni debbono tornare a essere protagonisti della riforma sulle gestioni associate, per delineare l’assetto complessivo del governo locale secondo quelle che sono le specificità dei singoli territori. La proposta di legge presentata da alcuni parlamentari sulle fusioni obbligate dei Comuni non risponde e non rispetta le esigenze dei municipi, ma anzi è in controtendenza con il nuovo dibattito che l’Associazione nazionale dei comuni italiani sta affrontando a livello governativo.
I Sindaci restano il punto di contatto più vicino ai cittadini, con responsabilità che vanno ben al di sopra del loro potere decisionale, per questo è necessario che i processi riformatori siano intesi in una logica orizzontale e vengano condivisi con gli amministratori. Su questo sfondo occorre, altresì, superare il concetto dei livelli minimi demografici, guardando il problema in un’ottica di gestione associata nel rispetto dei bisogni reali delle comunità e valorizzando lo strumento delle convenzioni, come passaggio necessario per l’integrazione dei servizi tra Comuni, per arrivare, in itinere, alla fase delle unioni e delle fusioni tra Enti.