Si è tenuta ieri a Udine la seduta del Consiglio delle autonomie locali che si è espressa in relazione al disegno di legge proposto dalla Giunta regionale per alcune modifiche al sistema integrato del pubblico impiego locale. “Con questa norma – ha detto l’assessore alla Funzione pubblica del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari – mettiamo ordine ad alcune questioni, tra cui quella primaria dei segretari comunali che con la legge del 2016 erano stati inseriti in un quadro normativo che ne rendeva difficile anche il reperimento”. “Ora, non solo abbiamo riconosciuto le specificità di queste figure, molto delicate e centrali per il ruolo che rivestono nelle amministrazioni comunali – ha aggiunto Callari – ma abbiamo anche avviato un dialogo con il Ministero dell’Interno affinché possano essere aperti concorsi per reperire nuovi segretari comunali in vista dei futuri pensionamenti”.
Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso il proprio assenso recependo altresì alcune modifiche richieste dai rappresentanti dei Comuni riferite, in particolare, alla possibilità di ricorrere in itinere a forme di lavoro flessibile e al mantenimento del nulla osta alla mobilità interna dei dipendenti, dalle Amministrazioni municipali verso la Regione, anche per i Comuni con più di 5.000 abitanti. Una proposta di legge che servirà da tramite per quanto riguarda la stesura di un testo unico della funzione pubblica e del pubblico impiego regionale e locale che verrà scritto d’intesa con i rappresentanti degli Enti locali.
“A detta degli stessi Sindaci – ha concluso l’assessore regionale – il Consiglio delle autonomie locali diventa finalmente un luogo di piena condivisione delle scelte, in cui la Regione ascolta le autonomie locali e fa da supporto ai Comuni che hanno il compito primario di erogare i servizi ai cittadini”. La semplificazione porta quindi ad avviare un percorso per la stesura condivisa di un testo unico che renderà più snella la gestione dell’attività amministrativa e del personale. Tra i provvedimenti principali del disegno di legge vi è, tra l’altro, la soppressione del ruolo unico dei dirigenti regionali e l’istituzione di un Albo con finalità ricognitive. Il ddl fissa infine la durata degli incarichi dirigenziali portandoli da un minimo di 3 anni ad un massimo di 5, rinnovabili ma non prorogabili.