Sono 23.247 gli iscritti ai percorsi offerti dal sistema duale, di cui 21.297 partecipano ad attività di istruzione e formazione professionale e 1.950 a percorsi detti “modulari”, cioè finalizzati al reingresso nella formazione. Questi i numeri che emergono dai 300 Centri di formazione professionale selezionati, dal 5° monitoraggio sullo stato di avanzamento della sperimentazione del sistema duale italiano, realizzato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle Politiche pubbliche (Inapp) per conto del Ministero del Lavoro e presentato nei giorni scorsi in occasione dell’incontro “Passo dopo passo: il duale verso la stabilizzazione”. L’alternanza scuola lavoro è un modello nato per fornire ai giovani le conoscenze di base e le competenze necessarie per inserirsi nel mercato del lavoro, con ore di studio e ore di formazione presso le aziende.
Secondo la rilevazione di Inapp, circoscritta alle attività formative sperimentali, le regioni del Nord che hanno sistemi formativi più collaudati presentano il maggior numero di iscritti, con 13.281 studenti rilevati; segue il Sud con 5.374 iscritti; infine il Centro con 1.118 studenti. Dall’avvio della sperimentazione (gennaio 2016) ad aprile 2017 i dati delle comunicazioni obbligatorie, riferiti invece all’intero panorama dei contratti attivati in tutta la Penisola, evidenziano l’assunzione di 10.612 apprendisti di primo livello e di 1.120 apprendistati in alta formazione e ricerca. L’apprendistato di primo livello non trova, tuttavia, un organico sviluppo sull’intero territorio nazionale. In evidenza il Nord con 7.388 contratti sul totale, poi il Sud con 2.061 ed infine il Centro con 1.163, facendo risaltare che dove i sistemi di formazione professionale regionali sono deboli anche l’apprendistato di primo livello fatica a decollare.
Guardando all’andamento della crescita dei contratti di apprendistato di primo livello su base regionale, appare ancora marcata la differenziazione territoriale. Si conferma al primo posto, nei 16 mesi indicati, la provincia di Bolzano con un totale di 3.104 contratti che sintetizzano una sostanziale stabilità rispetto al 2015, in un territorio fortemente influenzato dalle tradizioni del modello tedesco. A crescere in maniera significativa è la Lombardia, seguita dal Piemonte, dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Anche il Lazio ottiene un buon incremento e risultano stabili la Sicilia, la Puglia e la Calabria.