La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 2 ottobre 2025, che ufficializza la programmazione triennale dei flussi di ingresso legale in Italia per i lavoratori stranieri extra-UE. Il provvedimento, atteso da imprese e associazioni di categoria, stabilisce un contingente complessivo di quasi mezzo milione di ingressi in tre anni: 164.850 unità nel 2026, 165.850 nel 2027 e 166.850 nel 2028, confermando un trend di crescita graduale per rispondere al fabbisogno del mercato del lavoro.
Il DPCM fissa criteri e ripartizioni precise, spostando l’asse della programmazione sulla domanda reale di manodopera, con un’attenzione particolare a settori chiave e alla promozione della regolarità.
La ripartizione: stagionali e non stagionali
Il grosso delle quote si divide tra lavoro stagionale (agricoltura e turismo) e non stagionale (tutti gli altri settori, più l’assistenza familiare).
Per il lavoro stagionale, le quote aumentano fino a:
- 88.000 unità nel 2026
- 90.000 unità nel 2028
Di queste, il settore agricolo e quello turistico godranno di quote prioritarie con un canale preferenziale dedicato alle associazioni di categoria, con 47.000 unità riservate all’agricoltura ogni anno e una quota crescente per il turismo (13.000 nel 2026 fino a 15.000 nel 2028). Un’ulteriore riserva di quote è prevista per i lavoratori che hanno già svolto attività stagionale in Italia negli anni precedenti, in un’ottica di continuità.
Per il lavoro non stagionale e autonomo, il contingente si attesta a 76.850 unità annue, con la maggior parte dedicata al lavoro subordinato.
L’importanza delle badanti: quote dedicate
Una delle novità più rilevanti è la conferma e l’aumento della quota specifica per il settore dell’assistenza familiare. Dopo un dibattito sull’opportunità di liberalizzare o meno gli ingressi, il Governo ha mantenuto un tetto, ma potenziato: si passa da 13.600 ingressi nel 2026 a 14.200 nel 2028 per colf, badanti e baby-sitter.
I criteri: formazione, cooperazione e lotta all’irregolarità
Il decreto fissa anche i criteri generali, che vanno oltre il semplice numero di ingressi:
- Estensione dei settori: L’accesso non stagionale è esteso a un’ampia gamma di comparti (logistica, edilizia, metallurgico, sanità, servizi, ecc.) oltre a quelli tradizionali.
- Formazione all’origine: Si punta a potenziare gli strumenti di formazione professionale e civico-linguistica nei Paesi di provenienza.
- Cooperazione internazionale: Vengono previste quote preferenziali per i Paesi che collaborano con l’Italia nella lotta all’immigrazione irregolare e che promuovono campagne di sensibilizzazione sui rischi dei viaggi clandestini.
Ingresso ‘Fuori Quota’: il futuro è qui
Parallelamente, il DPCM spinge sull’acceleratore per gli ingressi al di fuori delle quote – le cosiddette “corsie preferenziali” – previsti dalla normativa vigente (come i lavoratori altamente qualificati o coloro che convertono il permesso di studio). Si sottolinea, in particolare, l’intenzione di favorire gli ingressi di cittadini di Paesi con cui l’Italia ha firmato accordi di rimpatrio.
Inoltre, il testo promuove un futuro intervento normativo per disciplinare un canale di ingresso fuori quota specificamente dedicato a lavoratori per l’assistenza di persone con disabilità o grandi anziani, un’esigenza sociale sempre più pressante.
Il “Click Day” 2026: le date da segnare
Per quanto riguarda le procedure, viene confermata la fase di precompilazione telematica per snellire i processi di controllo anti-frode. I datori di lavoro dovranno segnare queste date, con l’avvio delle richieste (il “click day”) fissato per le ore 9:00:
- 12 gennaio: Lavoro stagionale (settore agricolo).
- 9 febbraio: Lavoro stagionale (settore turistico).
- 16 febbraio: Lavoro non stagionale (generico) e lavoro autonomo.
- 18 febbraio: Lavoro non stagionale nel settore dell’assistenza familiare.
Le domande non in quota o i nulla osta non seguiti da visto decadranno automaticamente dopo sei mesi dalla fine dell’anno di riferimento. La programmazione triennale, in sostanza, cerca di fornire certezza alle imprese e di definire un percorso di immigrazione legale più strutturato e correlato ai bisogni reali del Paese.