“Rappresentare i Sindaci come ossessionati dalla volontà di aumentare le tasse a tutti i costi è falsa e anche offensiva. Semmai bisognerebbe apprezzare il fatto che gli incrementi fiscali sono stati contenuti in misura inferiore ai tagli subiti”. Lo scrive il presidente dell’Anci in una lettera inviata al direttore di “Repubblica” in tema di informazione e fiscalità locale.
“Continuano a circolare sul tema della fiscalità locale – scrive Fassino – cifre, analisi, giudizi spesso inesatti e anche strumentali, che quasi mai tengono conto dei molti cambiamenti normativi che sono piovuti addosso ai Comuni e che sono intervenuti nel corso di pochi anni nella tassazione sulla casa, passata, in poco tempo, da ICI a IMU a TASI. Con continue modifiche di aliquote e modalità applicative. Ma soprattutto non si può seriamente parlare degli incrementi della fiscalità locale senza contemporaneamente fornire i dati relativi ai tagli subiti in questi anni dai Comuni, i quali dal 2010 a oggi hanno visto ridotte le loro risorse per circa 18 miliardi di euro, cifra in alcun modo compensata dagli incrementi molto più bassi della fiscalità locale”. Per altro, continua Fassino, “andrebbe sempre ricordato che gran parte dell’introito fiscale su casa e beni immobili viene incamerato dallo Stato, lasciandone ai Comuni una esigua parte”.
“Insomma rappresentare i Sindaci come ossessionati dalla volontà di aumentare le tasse a tutti i costi è falsa e anche offensiva. Semmai bisognerebbe apprezzare il fatto che gli incrementi fiscali sono stati contenuti in misura inferiore ai tagli subiti”.
“E se i Comuni hanno continuato a garantire asili, scuole materne, assistenza agli anziani, trasporto pubblico, sostegni ai disabili, contrasto alle povertà e altre politiche al servizio dei loro concittadini, ciò è avvenuto perché ogni Sindaco ha riorganizzato il proprio bilancio, razionalizzato la propria macchina comunale, ha ridefinito le priorità della propria spesa, operando ogni giorno con oculatezza per non scaricare sui propri cittadini i tagli decisi dal governo nazionale. Quando ha dovuto ricorrere a incrementi fiscali, lo ha fatto nella misura minima necessaria e proprio perché non era possibile garantire i servizi in altro modo. Questa è la verità completa e questa va spiegata in ogni momento e in ogni occasione in cui – conclude Fassino – si rappresenta ai cittadini il ruolo impegnativo dei Comuni e le loro politiche anche contributive, al servizio delle comunità e non contro di loro”.