Raggiunto l’accordo politico, dopo una maratona negoziale, sulla riforma Ue del settore delle telecomunicazioni che prepara il terreno per lo sviluppo del 5G.
Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno, dunque, raggiunto un accordo politico per aggiornare le norme dell’UE in materia di telecomunicazioni. Il nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, proposto dalla Commissione, stimolerà gli investimenti nelle reti ad altissima capacità in tutta l’UE, anche nelle zone remote e rurali. Le regole concordate sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di connettività dell’Europa e fornire a tutti nell’UE la migliore connessione Internet possibile, in modo che tutti i Paesi possano partecipare pienamente all’economia digitale.
Al centro delle nuove regole, incentivi per gli investimenti nella fibra per gli operatori ‘wholesale only’, una spinta anche per alcuni modelli di co-investimento che gli operatori tlc storici hanno subito criticato come inadeguata rispetto alle proposte iniziali, e licenze per l’assegnazione dello spettro di 20 anni, contro le 25 inizialmente previste.
Inoltre è stato inserito il taglio dei costi delle chiamate internazionali dentro l’Ue, fissando per la prima volta un tetto di 19 centesimi al minuto e di 6 centesimi per gli sms. Presenti anche molte misure pro-consumatori che tutelano il cambio di operatore con compensazioni in caso di ritardi e regole meno rigide sulla durata degli abbonamenti onnicomprensivi (‘bundle’), oltre all’introduzione di messaggi del numero 112 gratuiti per ricevere avvertimenti in caso di emergenze, e la gratuità del numero per i bambini scomparsi.