L’Europa continua la transizione verso un modello energetico più sostenibile. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, nel 2024 la quota di energia da fonti rinnovabili, nel consumo finale lordo dell’UE, ha raggiunto il 25%, un passo avanti rispetto al 2023 (+0,7%) che evidenzia una sfida rilevante per il futuro.
La corsa contro il tempo per il 2030
Nonostante la crescita costante, l’Unione Europea si trova ancora al 17% di distanza dal target fissato per il 2030, che prevede di coprire il 42% del fabbisogno energetico con le rinnovabili. Per colmare il divario, il ritmo della transizione dovrebbe cambiare marcia: se finora la crescita è stata inferiore all’1% annuo, dal 2025 al 2030 sarà necessario un incremento del 3% ogni anno.
Svezia regina del green, il Belgio in coda
La geografia dell’energia pulita in Europa mostra un continente a 2 velocità:
- I LEADER: la Svezia si conferma in cima alla classifica con un impressionante 63% di energia rinnovabile, grazie a un mix solido di biomassa, idroelettrico ed eolico, a seguire la Finlandia (52%) e la Danimarca (47%), quest’ultima trainata anche dall’uso del biogas.
- I RITARDATARI: in fondo alla lista troviamo il Belgio, al 14%, seguito da Lussemburgo (15%) e Irlanda (16%).
Il Rapporto Eurostat evidenzia come i Paesi più virtuosi abbiano saputo sfruttare le proprie peculiarità territoriali. Mentre il Nord Europa punta sulla biomassa e l’eolico, il resto dell’Unione è chiamato a diversificare le fonti per garantire quella sicurezza energetica e quella sostenibilità ambientale richieste dai trattati internazionali. La strada è tracciata, ma i dati confermano che la transizione energetica europea dovrà affrontare 5 anni di investimenti e riforme senza precedenti per non mancare l’appuntamento con il 2030.
Fonte: Eurostat