In questi giorni l’esito delle elezioni amministrative anima il dibattito tra i diversi leader degli schieramenti scesi in campo. Sul piano territoriale, l’analisi di alcuni presidenti di Regione può far riflettere. Il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, ad esempio, sostiene che quanto emerso nei territori piemontesi è un dato piuttosto sintonico con quello nazionale. “Si conferma infatti una significativa affermazione delle Amministrazioni guidate dal centrosinistra, come testimoniano le vittorie al primo turno di Borgna a Cuneo, Montà a Grugliasco e anche di Barraco a Caselle, oltre al buon risultato, in una situazione assai difficile, di Rita Rossa ad Alessandria, che va in testa al ballottaggio. E si conferma anche il fatto che quanto più i cittadini giudicano il lavoro di chi ha responsabilità amministrative a stretto contatto con il territorio, tanto più è evidente che il centrosinistra ha idee, progetti e classe dirigente, mentre il populismo pentastellato non è in grado di produrre né risultati amministrativi, né classe dirigente all’altezza della situazione”.
Quello che auspica il governatore della Puglia, Michele Emiliano, invece, è che “tutti capiscano che occorre fare una legge elettorale che somigli a quella delle Regioni, ovvero un premio di coalizione perché, in questo modo, non ci sarebbe spazio per i cosiddetti populismi: potrà vincere il centrodestra o il centrosinistra e il Movimento 5 stelle dovrà rassegnarsi all’idea di essere un soggetto propositivo che non metta a profitto solo i fallimenti del centrodestra o del centrosinistra, ma dovrà cominciare a fare proposte di governo e tentare di vincere le elezioni su progetti propositivi, non solo facendo la critica al ‘bar dello sport’. Hanno voglia a Roma d’impostare una legge elettorale in questo modo? – Si chiede Emiliano – Mi auguro di sì, anche perché abbiamo visto che con le leggi comunali e le leggi regionali (che potrebbero essere adattate), si può ottenere un buon risultato di governo”. Il presidente della Regione Puglia sottolinea inoltre che “il Pd deve promuovere non solo l’inserimento come ha già detto il segretario dei civismi nelle liste del Pd, ma che promuova una lista alleata al Pd che rappresenti tutto questo mondo che non è Partito democratico, che non rappresenta neanche i vecchi esponenti della sinistra del Partito, ma che è un’altra cosa, della stessa natura che ha portato me a diventare Sindaco di Bari e Presidente della Regione, per essere chiaro, che va rappresentata anche in Parlamento. Non si può pretendere che questa novità della società italiana si inserisca in Forza Italia o nel Movimento 5 stelle o nel Pd. Insomma, il Partito democratico – prosegue Emiliano – deve saper promuovere anche a livello politico, come ha fatto a livello delle amministrazioni comunali, un raggruppamento del genere considerandolo come un alleato privilegiato. Questo ci può dare una maggioranza più probabile, sufficiente per governare il Paese. Andare da soli e pensare che tutto si risolva nella dialettica con questo o con quell’altro minipartito, o minimovimento non è sufficiente. In questo Paese – ha concluso il governatore della Puglia – c’è un’energia enorme, civica che va portata dentro il centrosinistra perché altrimenti lo faranno il Movimento 5 stelle o la destra. Noi dobbiamo essere più credibili e lo siamo perché governiamo bene la gran parte dei comuni e delle regioni italiane”.
In un post sul suo profilo Facebook, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha scritto che “il crollo del M5S oscura l’anemia del centrosinistra e del Pd, che cala un po’ ovunque, mentre, ecco la novità, il centrodestra torna competitivo. In ultima analisi – ha scritto ancora Rossi – vi è stata bassa affluenza e l’elettorato del centrosinistra deluso e in attesa si colloca nell’astensione”.
Il presidente della Regione, Luca Zaia, usa la sua pagina Facebook per mettere in evidenza i due dati politici che risultano dalla tornata delle elezioni amministrative. Il primo è “la scomparsa dei 5 stelle”, il secondo è “la conferma di un bipolarismo di fondo e la definitiva cancellazione delle ipotesi di sistema elettorale proporzionale. I cittadini vogliono un meccanismo tale per cui chi prende più voti va a governare, e non vogliono delegare i partiti a scegliere eventuali premier e alleanze attraverso inciuci post-elettorali”. E “in questo quadro emerge la conferma piena che laddove il centrodestra è unito, non ce n’è per nessuno e vince”. L’esempio è Conegliano, nel trevigiano, dove si è parlato solo di come governare al meglio la città, senza offese per nessuno o sterili polemiche e si è vinto al primo turno. “In ogni caso la Lega Nord in Veneto ha ottenuto una buona performance – ha continuato Zaia -. Portiamo a casa molti Comuni anche con candidati completamente nuovi, come Paola Guzzo, Sindaco di Godeva di Sant’Urbano nel trevigiano e Arianna Lazzaroni, Sindaco di Pozzonovo, nel padovano. A Verona e Padova, infine, i due candidati vanno al ballottaggio, Massimo Bitonci addirittura con più voti di quando si è presentato la prima volta – ha concluso Zaia”.
Giovanni Toti, governatore della Liguria fa, infine, un appello al voto per il ballottaggio dicendo: “Il cambiamento inizia dal nostro voto. Chi non esercita questo diritto perde anche quello di lamentarsi, quindi tutti a votare.”. Sempre sui social il presidente Toti si augura una buona giornata di democrazia. “Se stiamo ai numeri delle amministrative in tutta Italia – ha aggiunto – vedo che un centrodestra unito potrebbe arrivare in città molto difficili come Genova al 33-34% e quindi non così lontano dal 40% che segna il premio di maggioranza per la lista che presenta più voti con l’Italicum”.