Non promette niente di buono l’aria che tira sul ciclo economico-finanziario del Belpaese. Lo confermano i dati dell’Istat, le stime degli organismi internazionali, Ocse in testa, e dello stesso Governo. “Siamo di fronte a un rallentamento della crescita in tutta Europa. Si è fermata la Germania e di conseguenza si è fermata la parte più produttiva dell’Italia. Ora siccome l’Italia da anni cresce un punto in meno degli altri paesi europei noi ci avviamo verso lo zero”, dichiara candidamente il Ministro Giovanni Tria, spiazzando lo stesso Presidente del consiglio, costretto poi a correggere parzialmente la rotta.
Fatto sta che, al di là delle diverse “sensibilità governative”, i dati parlano chiaro. Secondo l’Istat il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito nel quarto trimestre 2018 dello 0,5% rispetto al terzo trimestre. Nello stesso periodo il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2%. Sorprendentemente, però, i consumi hanno mantenuto una dinamica espansiva, a danno della propensione al risparmio che negli ultimi mesi dell’anno è stata pari al 7,6% (0,6 punti in meno rispetto ai tre mesi precedenti). Negativo anche l’andamento del debito pubblico, che ha toccato l’anno scorso il 132,1% del Pil in aumento rispetto al 131,1% del 2017.