Da maggio cadrà l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di far lavorare a distanza un dipendente su due. Cambiano, quindi, le regole sullo smart working nella Pa introdotte all’inizio della pandemia. Nella bozza di dl Proroghe all’esame del Cdm di oggi, viene eliminato il riferimento al 50% dei dipendenti che devono svolgere il proprio lavoro da remoto, in modalità agile. Il nuovo testo dispone, più genericamente, che le amministrazioni pubbliche, fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi, e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, ma senza prevedere un numero minimo di dipendenti in smart working
Un’altra modifica riguarda il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola). La legge Madia prevedeva che i Piani avrebbero dovuto occuparsi del lavoro agile permettendo almeno al 60% dei dipendenti di avvalersene. La modifica che verrà introdotta elimina il riferimento numerico del 60%, lasciando libere le amministrazioni di decidere il numero. In caso di mancata adozione del Pola, il lavoro agile si applicherà almeno al 15% (e non più al 30%) dei dipendenti, ove lo richiedano.