Ai Comuni arriveranno 500 milioni per lo sviluppo territoriale. Lo prevede il Dl 30 aprile 2019 n. 34 recante “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” ( Decreto Crescita), pubblicato due giorni fa sulla Gazzetta ufficiale. I contributi sono destinati all’efficientamento energetico come, ad esempio, l’illuminazione pubblica, il risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica, l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; sviluppo territoriale sostenibile, compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché misure per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il Decreto Crescita prevede la pubblicazione entro il 20 maggio di un provvedimento del Ministero delle Sviluppo economico che assegnerà ai Comuni 500 milioni di euro per l’anno 2019 a valere sul Fondo sviluppo e coesione, sulla base della popolazione residente alla data del primo gennaio 2018 (stando ai dati pubblicati dall’Istat). Il contributo verrà attribuito con il seguente criterio: ai Comuni con popolazione inferiore o uguale a 5.000 abitanti sarà assegnato nella misura di 50.000 euro; ai Comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti verranno assegnati 70.000 euro; ai Comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 20.000 abitanti sarà assegnato un contributo pari a 90.000 euro; ai Comuni con popolazione compresa tra 20.001 e 50.000 abitanti sarà assegnato un contributo pari a 130.000 euro; ai Comuni con popolazione compresa tra 50.001 e 100.000 abitanti verrà assegnato un contributo pari a 170.000 euro; ai Comuni con popolazione tra i 100.001 e 250.000 abitanti verrà assegnato un contributo pari a 210.000euro; ai Comuni con popolazione sopra i 250.000 abitanti sarà attribuito un contributo pari a 250.000 euro.
I Comuni beneficiari dei contributi potranno finanziare una o più opere pubbliche purchè non abbiano già ottenuto un’erogazione a valere su fondi pubblici o privati, nazionali, regionali, provinciali o strutturali di investimento europeo e non siano aggiuntivi rispetto a quelli già programmati sulla base degli stanziamenti contenuti nel bilancio di previsione di quest’anno. I lavori dovranno essere iniziati entro il 31 ottobre 2019.