“Siamo perfettamente consapevoli degli impegni importanti a cui voi siete chiamati in questi giorni, e per questo apprezziamo ancora di più lo sforzo che avete fatto per raggiungerci qui a Parma. Pur con tutta l’umiltà che caratterizza la nostra attività quotidiana al servizio delle comunità: in questi tre giorni qui a Parma abbiamo fatto un buon lavoro. Non è stata soltanto un’Assemblea nazionale dell’Anci, ma una lunga, allargata, riunione di lavoro concreto sull’Italia”. Lo ha affermato il presidente dell’Anci Antonio Decaro nel suo intervento di chiusura della 38^ Assemblea dell’Associazione rivolgendosi al presidente della Camera Roberto Fico e al presidente del Consiglio Mario Draghi. Tracciando un bilancio della tre giorni, Decaro ha sottolineato la concretezza del confronto tra gli amministratori di ogni parte del Paese. “Parlare di cose concrete è il modo migliore di mettere a frutto un’occasione che non si ripeterà, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Noi non vogliamo tornare all’Italia del 2019 che non era abbastanza giusta, abbastanza forte. ma vogliamo pensare, oggi, all’Italia del 2030 e lavorare per un Paese migliore, più forte, più giusto, più verde, più sostenibile”.
Citando l’espressione usata dall’ex sindaco di Roma Walter Veltroni nel corso di un dibattito tra gli amministratori delle principali città metropolitane del Paese, il presidente Anci ha ribadito che non “esistono città ingovernabili. E non esistono Paesi o situazioni ingovernabili e lei, presidente Draghi, con il suo Governo lo sta dimostrando e vogliamo ringraziarla per il suo impegno”.
Ma quali sono le condizioni migliori perché i sindaci possano adempiere al loro dovere, e per svolgere al meglio il loro ruolo in vista della sfida del Pnrr? A tale quesito Decaro ha risposto sintetizzando il dibattito di questi giorni.
“Il primo punto, ovviamente, è come spendere bene e velocemente i 40 miliardi di euro del Pnrr destinati ai Comuni. La posizione dell’Anci – ha ribadito – è che i finanziamenti vengano assegnati ai Comuni in maniera diretta e non intermediata, riducendo al minimo indispensabile i passaggi formali e burocratici per l’individuazione degli obiettivi e l’erogazione dei fondi. Troppo tempo rischia di passare, in attesa del perfezionamento dei vari passaggi burocratici tra Ministeri e Regioni”. Proprio per questo bisogna poi “agire per una rapida ed efficiente selezione e attuazione dei progetti, anche proponendo un catalogo di procedure e di regole da standardizzare e applicare ai programmi di investimento del PNRR”. Per Decaro in questo momento il metodo è sostanza: chiediamo di definire insieme procedure e tempi certi, non rivendichiamo ruoli, solo la possibilità di fare bene il nostro lavoro”.
Altro tema caldo indicato dal presidente è il reclutamento del personale che dovrà operare nei Comuni. “Sappiamo, come anche lei ripete spesso, che spendere la mole di risorse che arriverà nei prossimi mesi non sarà facile e per farci trovare pronti servirà un deciso rafforzamento delle competenze amministrative legate agli investimenti, e purtroppo la carenza di personale nei Comuni è oltre il livello di guardia”, ha ricordato parlando di “un’emergenza nell’emergenza, che richiede regole eccezionali”.A parere di Decaro il “reclutamento straordinario deve riguardare tutti i Comuni, soprattutto quelli piccoli, e senza limitazioni o appesantimenti burocratici e autorizzativi come quelli previsti per gli enti in dissesto e predissesto”. E proprio per snellire le procedure già delineate che rischiano ritardare il lavoro dei Comuni, Decaro ha ribadito la disponibilità dell’Anci a trovare un’intesa per una percentuale condivisa del finanziamento assegnato per il personale necessario alla realizzazione dell’investimento. “Facciamola scegliere al ministro Brunetta, sia essa del 5, del 4 o del 3% per i Comuni va bene. Sulla base di quella percentuale noi assumiamo, provate a fidarvi dei sindaci come avete fatto fino ad oggi e non ve ne pentirete”, ha detto rivolto al premier Draghi.
Altro punto condiviso dall’Assemblea dei sindaci è quello della necessità di un cronoprogramma preciso, vincolante e con scadenze ravvicinate. “Massimo entro giugno del 2022 i ministeri titolari delle misure devono esaurire le procedure, che siano avvisi o assegnazioni dirette ai Comuni, ed entro dicembre 2023 i cantieri devono essere aperti. Questo obiettivo è irrinunciabile, fa la differenza tra un successo del nostro comune impegno e il suo fallimento”, ha sottolineato.
Infine, dal presidente Anci un messaggio di speranza in vista dei prossimi mesi. “Siamo stati felici di essere tornati a incontrarci fisicamente per la nostra assemblea che ho definito speciale proprio perché è tornata a essere normale. O almeno quasi normale. Ma voglio togliere il “quasi”: Vogliamo tornare a sorriderci non più soltanto con gli occhi, il prossimo anno all’Anci e prima ancora nelle nostre città, fra la nostra gente”. “Lo abbiamo imparato nei terribili mesi che abbiamo alle spalle: solo insieme si può rinascere e ripartire davvero. Nei Comuni italiani, presidente Fico e presidente Draghi, troverete come sempre degli alleati leali e determinati, convinti di essere oggi fra protagonisti della nuova stagione del Paese”, ha concluso.