Le Regioni italiane dovrebbero ricevere dall’Unione europea oltre 37,3 miliardi nel periodo 2021/2027, circa cinque miliardi in più rispetto al precedente bilancio settennale 2014-2020. La buona notizia arriva da Bruxelles, in particolare dalla lettura del documento interno all’Esecutivo comunitario, secondo il quale la dotazione nazionale del Fondo sociale europeo (Fse) dovrebbe ammontare a 12,9 miliardi e quella del Fondo di sviluppo regionale (Fesr) a 23,6 miliardi. A questi due capitoli principali dei fondi strutturali dovrebbe aggiungersi uno stanziamento di 830 milioni per i progetti italiani che potranno beneficiare degli aiuti previsti dal Fondo per la cooperazione territoriale. Di conseguenza, il totale complessivo delle risorse a disposizione ammonterebbe a oltre 37,3 miliardi di euro a prezzi correnti. L’elaborazione effettuata da Bruxelles, secondo quanto si precisa nel documento, deve essere considerata come un “input tecnico per il processo legislativo in corso”. Ma difficilmente, osservano gli addetti ai lavori, le cifre finali si discosteranno molto da quelle ipotizzate dai servizi della Commissione.
I fondi strutturali assegnati all’Italia – il cui importo è secondo solo a quello destinato alla Polonia (66,4 miliardi) – daranno luogo a investimenti ancora più importanti, poiché i progetti a cui saranno destinati dovranno essere cofinanziati – in base a parametri legati alle condizioni socio-economiche della regione interessata – dalle autorità nazionali. E rappresentano, insieme a quelli destinati all’agricoltura (circa 38,7 miliardi la dotazione prevista per l’Italia per il 2021-2027), la principale voce di spesa del prossimo bilancio pluriennale Ue – del valore complessivo di 1.074 miliardi di euro – delineato dal Consiglio Europeo dello scorso luglio insieme al piano per la ripresa NextGenerationEu (750 miliardi di euro).
I 37,3 miliardi destinati all’Italia per favorire la crescita e l’occupazione attraverso i fondi strutturali si andranno quindi ad aggiungere ai circa 209 miliardi previsti attraverso i vari strumenti che compongono il NextGenerationEu, dal piano di ripresa e resilienza al React-Eu, e che hanno fatto dell’Italia il principale beneficiario del piano stesso. Il pacchetto d’interventi Ue, del valore totale di oltre 1800 miliardi, è ora al vaglio del Parlamento europeo e al centro dei negoziati in corso tra lo stesso Parlamento, il Consiglio e la Commissione. Con l’obiettivo di chiudere al più presto l’iter legislativo per far sì che tutti gli strumenti concordati dai leader Ue nella maratona di luglio siano operativi per l’inizio del prossimo anno.