Entra in vigore oggi il regolamento di attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti italiani, denominato Made Green in Italy. È uno strumento per incrementare la competitività del sistema produttivo italiano nel contesto della crescente domanda di prodotti a elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali e internazionali
Il Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato “Made Green in Italy” era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 maggio.
Previsto dalla Legge 221 del 28 dicembre 2015 nel quadro delle iniziative di promozione della green economy, il Made Green in Italy rappresenta uno strumento per incrementare la competitività del sistema produttivo italiano nel contesto della crescente domanda di prodotti a elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali e internazionali.
Il Made Green Italy utilizza la metodologia per la determinazione dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF) definita nella Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione Europea del 9 aprile 2013.
Nel 2011 il Ministero dell’ambiente aveva avviato il Programma per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti/servizi/organizzazioni che ora il Regolamento consolida allineandosi alla sperimentazione Pef (Producte environmental footprint) della Commissione Europea.
Questi alcuni obiettivi che vuole raggiungere il Regolamento:
Promuovere l’adozione di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il miglioramento delle prestazioni dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che i prodotti hanno durante il loro ciclo di vita.
Rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo che distingue le produzioni italiane, associandovi aspetti di qualità ambientale, anche nel rispetto di requisiti di sostenibilità sociale;
Garantire l’informazione, in tutto il territorio nazionale, riguardo alle esperienze positive sviluppate.
Valorizzare le esperienze positive di qualificazione ambientale dei prodotti di cluster di piccole imprese, attraverso l’adozione di misure atte ad agevolare l’adesione allo Schema Made Green in Italy da parte di gruppi di imprese.