Moltissimi gli italiani soffrono di piccoli disturbi, dal mal di testa al raffreddore, 17 milioni dei quali con grande frequenza, generando un notevole fabbisogno sanitario. Il Censis, nello studio “Il valore socio-economico dell’automedicazione”, appena presentato a Roma e realizzato con Assosalute, prende in esame i vantaggi dell’auto-cura nei suoi molteplici aspetti. Secondo i dati raccolti sono 17,6 milioni le persone affette da piccoli disturbi che almeno in un’occasione durante l’anno sono ricorsi, con buon esito, ai farmaci da banco senza consultare il medico. Per il Servizio sanitario nazionale oltre 17 milioni di italiani hanno così evitato di scaricare l’onere delle cure sul sistema pubblico proprio in virtù dell’automedicazione. Per l’economia 15,4 milioni di lavoratori sono rimasti sul posto di lavoro proprio grazie all’effetto di un farmaco da banco.
Complessivamente, sono 49 milioni gli italiani che soffrono di piccoli disturbi che ne compromettono la piena abilità quotidiana nelle relazioni sociali e sul lavoro. Di questi, 17 milioni soffrono con grande frequenza di piccoli disturbi che incidono pesantemente sulla loro vita. Quelli più diffusi sono il mal di schiena (40,2%), raffreddore, tosse, mal di gola e problemi respiratori (36,5%), il mal di testa (25,9%), mal di stomaco, gastrite, problemi digestivi (15,7%), l’influenza (13,9%), i problemi intestinali (13,2%). Rispetto a dieci anni fa, sono aumentate le persone alle prese con il mal di schiena e i dolori muscolari (dal 32,4% al 40,2% degli italiani), raffreddore, tosse, mal di gola (dal 34,7% al 36,5%), mal di stomaco e gastrite (dal 12,4% al 15,7%), problemi intestinali (dal 5,1% al 13,2%) e congiuntiviti (dall’1,5% al 3%). Sono numeri che descrivono un enorme fabbisogno sanitario che, senza il ricorso ai farmaci da banco, finirebbe per scaricarsi su un Servizio sanitario nazionale già in difficoltà.
Ma questa situazione pone in essere anche un altro aspetto, quello delle fake news. Nel nostro Paese sono, infatti, 15 milioni i cittadini che, in caso di piccole magagne di salute, cercano indicazioni sul web e ben 8,8 milioni di essi sono stati vittime di false informazioni nel corso dell’anno. In particolare risultano 3,5 milioni i genitori che si sono imbattuti in istruzioni mediche completamente errate. E se per gran parte delle persone il medico di medicina generale (53,5%) e il farmacista (32,2%) restano le principali fonti dirimenti, decolla sempre più il ricorso a diversi canali on-line (28,4%). Il 17% dei cittadini consulta internet per piccoli problemi come mal di testa, raffreddore, tosse, febbre; il 6% di essi approfondisce poi l’informazione su siti istituzionali; il 2,4% si affida invece ai social network.
Tra i giovanissimi in particolare sale al 36,9% la quota di chi usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare le piccole defaillance legate al benessere fisico e psicologico. Il pericolo non è certo da sottovalutare. Nel quadro d’insieme una comunicazione corretta e l’educazione alle scelte di salute emergono come elementi fondamentali per un pieno riconoscimento dei benefici individuali e collettivi dei medicinali di automedicazione. Il 73,4% degli italiani è convinto che in caso di piccoli disturbi ci si possa curare da soli. Una percentuale cresciuta nel tempo, visto che nel 2007 era pari al 64,1%. Per il 56,5% degli intervistati, infine, ci si può curare per proprio conto poiché ognuno conosce le risposte soggettive a certi disturbi; per il 16,9% è questo il modo più rapido per condurre alla piena risoluzione del problema.