Nel 2019 gli operatori certificati nel settore agroalimentare di qualità sono 87.000, in lieve calo rispetto al 2018, i produttori di qualità in Sardegna rappresentano il 22,2% del totale nazionale e gestiscono il 43% degli allevamenti. Tra i prodotti zootecnici cui fa capo il maggior numero di allevamenti si confermano il Pecorino Romano, il Pecorino Sardo e l’Agnello di Sardegna. Nel 2019 si registra a livello nazionale un lieve calo degli operatori (-1,6%) e dei produttori (-2,1%) dovuto alla flessione nelle regioni del Nord, al contrario, nel Mezzogiorno prosegue il trend positivo emerso negli anni precedenti sia per i produttori (+4,6) che per gli operatori (+4,8%), anche per effetto dell’ingresso dell’Olio di Puglia e dell’incremento registrato nel comparto degli ‘Altri prodotti di origine animale’ (che include la Ricotta di Bufala Campana).
Al Centro la situazione è stazionaria, prosegue invece il calo dei trasformatori (-5,7%) in tutte le ripartizioni territoriali. Sull’aumento registrato nel Mezzogiorno ha inciso la modifica del Disciplinare di Produzione della Ricotta di Bufala Campana, con questa modifica tutti gli allevamenti della Mozzarella di Bufala Campana presenti in Puglia, Molise e Campania (nel Mezzogiorno) e nel Lazio (al Centro) devono essere registrati anche come allevamenti della Ricotta di Bufala Campana e oltre il 41% dei produttori si trova nelle aree meridionali.
Nella sola Sardegna opera il 22,2% del totale dei produttori, seguono la Toscana (14,7%) e il Trentino-Alto Adige (12,8%). La radicata tradizione di queste regioni in alcune produzioni di qualità ha favorito lo sviluppo e l’incremento della loro specializzazione, in Sardegna è particolarmente forte la produzione lattiero-casearia e quasi il 74% dei produttori della regione è attivo nel settore dei formaggi. In Toscana è molto diffusa l’attività olivicola-olearia (dei 12.029 produttori della regione, 10.232 sono nel settore degli Oli extravergine di oliva: pari a circa l’85%) mentre in Trentino-Alto Adige quasi l’89% dei produttori della regione opera nel settore ortofrutticolo.
A conferma della ‘tipicità’ dei territori, gli allevamenti sono presenti soprattutto in Sardegna (42,9% delle strutture), in Lombardia (12,3%) e in Emilia-Romagna (9%) e la superficie agricola è destinata quasi esclusivamente alla produzione olivicola-olearia e ortofrutticola. Toscana (27,8%), Puglia (20,6%) e Sicilia (13,3%) sono le regioni con la maggior quota di superficie investita in produzioni Dop e Igp rispetto al totale nazionale. All’olio extravergine di oliva è destinato oltre il 95% della superficie utilizzata in Toscana e in Puglia e quasi il 62% in Sicilia (mentre il 36,4% è riservato al settore ortofrutticolo). Nel 2019, il 42,6% dei trasformatori si distribuisce tra Emilia-Romagna (18,8%), Toscana (14,5%) e Campania (9,2%), in Emilia-Romagna soprattutto si localizza il 40% dei trasformatori (ossia macellatori, elaboratori e porzionatori) operanti nella preparazione di carni e il 33,5% di quelli presenti nella filiera lattiero-casearia. In Toscana, quasi il 63% dei trasformatori svolge la propria attività come molitore e/o imbottigliatore nel settore olivicolo-oleario. Molto più articolata è la specializzazione della Campania, anche se il 47% dei propri trasformatori è macellatore e/o elaboratore e/o porzionatore nel settore delle carni fresche.