La Corte dei Conti reitera l’allarme sulla corruzione, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, denunciando l’inefficienza che crea ampie ‘zone oscure’, nelle quali più facilmente si possono inserire e nascondere i conflitti d’interesse e il malaffare. Lo ha sostenuto il procuratore generale della Corte dei Conti, Claudio Galtieri. “L’utilizzazione delle risorse pubbliche – ha spiegtoa – avviene attraverso procedure e meccanismi che, per la loro complessità e la loro diffusione nel territorio, favoriscono spesso fenomeni distorsivi che determinano sia inefficienze sia, in modo non infrequente, fenomeni di rilievo penale”. Alle sue parole si sono aggiunte quelle del presidente della Corte, Arturo Martucci di Scarfizzi, che si è soffermato invece sugli effetti del sisma sui conti pubblici: “I ripetuti terremoti dall’agosto scorso sono sì eventi eccezionali ma producono effetti continuativi e di questo aspetto non può non tenersi conto, anche in sede europea nella valutazione dei conti. La prevenzione non appare del tutto slegata dalla ricostruzione perché si tratta di “programmare una protezione contro effetti drammatici di eventi sismici che presentano carattere di potenziale continuità”.
L’intervento della Corte dei Conti si è incentrato, tuttavia, sul tema annoso della corruzione. E’ stato soprattutto il procuratore generale a battere su questo tasto dolente:
“Combattere la corruzione ‘diffusa’, costituita da singoli comportamenti legati a singole persone, consente anche di combattere la cattiva amministrazione, perché per contrastare questo tipo di fenomeni serve trasparenza, semplificazione, tempestività dei procedimenti, limitazioni delle deroghe. La corruzione – ha sottolineato Galtieri – anche legata alla criminalità organizzata, è particolarmente consistente negli appalti pubblici”.
Il procuratore generale non ha trascurato neppure un altro argomento cruciale della riforma della Pa: il costo dei servizi pubblici. “L’Italia è tra gli Stati in cui in media è più alto il costo dei servizi pubblici, con conseguenti effetti negativi sulla competitività delle imprese. Ciò dipende in larga misura dalle società a partecipazione pubblica che riescono a scaricare le loro inefficienze sulla collettività attraverso la leva tariffaria”. Non a caso, la giurisdizione sulle società a partecipazione pubblica è, secondo Galtieri, “onere particolarmente significativo per il numero delle società in house e l’entità delle loro gestioni finanziarie”.