Il Coronavirus sancirà la morte definitiva del federalismo e delle spinte autonomistiche accentuate delle Regioni? L’interrogativo non è peregrino. Fatto sta che le polemiche sulla gestione della sanità durante l’epidemia da parte delle Regioni stanno accompagnando anche le misure di riapertura della cosiddetta Fase 2. Tant’è che il Ministro Francesco Boccia, in occasione dell’audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, si è sentito in dovere di ribadire: “Le ordinanze delle Regioni hanno quasi sempre attuato le indicazioni dei Dpcm. Nel passaggio dalla Fase 1 alla 2, alcune sono più restrittive e vanno bene, ad esempio non far aprire alcune attività che il Governo, sentito il Cts (il Comitato tecnico scientifico, ndr), ha deciso che si possano far ripartire. Ciò funziona oggi come all’inizio della crisi, le Regioni hanno sempre potuto inasprire. Ma l’allentamento non è invece possibile, si va in contrasto con le norme ordinarie”.
Tuttavia, non ci sono soltanto gli atti dei governatori regionali a far emergere una diversità di accenti; anche le ordinanze dei Sindaci, nella difficile congiuntura, si moltiplicano da Nord a Sud, introducendo talora prescrizioni differenziate quanto a forma e sostanza, come ad esempio rilevabile in alcuni dei seguenti casi.
Padova. Firmata dal Sindaco, Sergio Giordani, un’ordinanza con la quale si vieta l’accesso agli argini comunali per evitare il possibile ripetersi di assembramenti, ovviamente da evitare per la limitazione del contagio da Covid-19. Provvedimento, che rimarrà in vigore fino al 3 maggio prossimo, resosi necessario dopo che una precedente ordinanza della Regione Veneto aveva cancellato il limite di 200 metri dalla propria abitazione per le passeggiate e l’attività motoria.
Venezia. Il Sindaco Luigi Brugnaro ha emanato un’ordinanza che disciplina l’apertura di librerie, cartolerie e di negozi esclusivamente dedicati alla vendita al dettaglio di vestiti per bambini e neonati nel territorio comunale, soltanto nelle giornate di martedì e mercoledì per rispettare quanto disposto dall’ordinanza n. 40 del 13 aprile 2020 della Regione Veneto.
Verona. “Nella Pasqua più difficile dal dopoguerra, i veronesi hanno dimostrato grande responsabilità e senso civico, rimanendo a casa e rispettando le regole. Oggi, invece, c’è troppa gente per le strade e se la situazione non rientra, interverrò con nuove restrizioni – ha dichiarato il Sindaco Federico Sboarina e ha poi aggiunto, promettendo inasprimenti- “Qualcuno ha interpretato in maniera troppo estensiva l’applicazione dell’ordinanza regionale del 13 aprile, che ammette l’attività motoria in prossimità di casa”.
Lombardia – Cisliano, Robbio e altri Comuni della Lomellina e della provincia di Varese. I Sindaci non vogliono aspettare fino al 21 aprile per avviare test sierologici in grado di individuare chi abbia contratto il Coronavirus, magari in forma asintomatica, e prodotto anticorpi. Così hanno iniziato a procedere autonomamente.
Firenze. Il Sindaco Dario Nardella ha imposto l’obbligo delle mascherine per chiunque esca da casa.
Tornando sul fronte delle Regioni, in Calabria la presidente Jole Santelli, ha firmato l’ordinanza che dispone la ‘chiusura’ del comune di Torano Castello (Cs). Una decisione che si è resa necessaria alla luce dei recenti casi di positività al Cortonavirus verificatisi soprattutto tra il personale sanitario della casa di cura Villa Torano.
L’ordinanza prevede il divieto d’ingresso e d’uscita dal territorio comunale da parte di tutti gli individui presenti e il divieto di accesso, fatta eccezione per gli operatori socio-sanitari, del personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività riguardanti l’emergenza, alle forze dell’Ordine. Possono spostarsi gli esercenti delle attività consentite sul territorio ai sensi del DPCM 10 aprile 2020 e quelle strettamente strumentali alle stesse. Sono sospese le attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. È fatto obbligo a tutte le persone che si spostino o giungano all’interno del territorio comunale per attività consentite e autocertificate, di utilizzare la mascherina o, in alternativa, qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca per come fissato nell’ordinanza 9/2020.