Le mafie tengono in gran conto le amministrazioni locali, poiché quest’ultime, essendo anche stazioni appaltanti, gestiscono ingenti fondi per l’assegnazione degli appalti. Di qui una sistematica azione d’infiltrazione nei Comuni portata avanti con lucida determinazione da parte delle organizzazioni criminali, laddove ciò sia possibile e praticabile, al fine d’intercettare consistenti flussi di denaro da dirottare verso aziende compiacenti che si accaparrano i lavori pubblici con ogni mezzo corruttivo. Come contrastare questo grave fenomeno degenerativo del tessuto democratico che intossica la Pa e l’economia del Paese? Lo strumento oggi disponibile per fronteggiare realtà locali colluse con fenomeni mafiosi è lo scioglimento dei Comuni da parte del Ministero dell’interno, con la nomina di tre Commissari (funzionari di prefettura), dopo gli accertamenti svolti da una Commissione di accesso di nomina ministeriale, appunto. Inoltre, per “potenziare il contrasto” all’attività della criminalità organizzata sono in studio avanzato proposte tali da rendere più efficace l’azione delle Prefetture, tra le quali la “non ricandidabilità degli Aministratori locali per 10 anni, il commissariamento delle società partecipate e la costituzione di un Albo di funzionari altamente “specializzati” in materia.
A Reggio Emilia, il SI.N.PRE.F, l’Associazione sindacale dei funzionari prefettizi, ha organizzato una tavola rotonda sul tema “La riforma della disciplina delle gestioni commissariali”, ovvero dello strumento dello scioglimento di quei Comuni nei quali l’attività amministrativa risulti condizionata da influenze di personaggi legati o contigui a cosche mafiose. Attualmente, sono 45 i Comuni italiani commissariati per Mafia. L’iniziativa ha costituito una preziosa occasione di confronto sulle esigenze di riforma per l’affermazione del principio di legalità, la tenuta dello Stato di diritto e il risanamento degli enti locali contaminati. Nutrita e qualificata la partecipazione all’evento, fortemente voluto dal Segretario del sindacato, Antonio Giannelli. Presenti, tra gli altri, Maria Edera Spadoni (vice Presidente Camera), Carlo Sibilia e Luigi Gaetti (Sottosegretario all’Interno), Gianmaria Manghi (Sottosegretario Regione Emilia Romagna), Elisabetta Belgiorno (Prefetto Capo Dipartimento Affari Territoriali), Veronica Nicotra (Segretario generale ANCI), oltre a numerosi Prefetti e vice prefetti intervenuti da tutta Italia.
Gli “onori di casa” li ha fatti Maria Forte, Prefetto di Reggio Emilia. “E’ noto a tutti che le comunità territoriali vivano con disagio i commissariamenti – ha esordito – e occorre dunque, a mio avviso, trovare soluzioni che corrispondano opportunamente alle esigenze del territorio. E’ importante comprendere se poi siano necessari ulteriori strumenti di monitoraggio successivi, senza tuttavia intaccare l’autonomia dell’Ente”.
“Per noi che abbiamo sempre ritenuto che lo Stato debba manifestare in pieno il proprio ruolo quando si scioglie un Ente locale per così gravi motivi – ha detto il Segretario SI.N.PRE.F. Antonio Giannelli – occorre potenziare ulteriormente l’azione dei commissari. Troppo spesso questi funzionari arrivano, infatti, a distanza di mesi, con la conseguenza che i commissari restano isolati in ambienti ostili che attendono solo che vadano via. Fondamentale, dunque, il ruolo delle Prefetture nel supportare l’azione dei Commissari, contribuendo, ad esempio, all’individuazione di un nuovo segretario comunale nel caso fosse opportuno interrompere il rapporto con quello precedente”.
Giannelli ha anche avanzato la proposta che i Commissari possano utilizzare il denaro oggetto di confisca per avviare la realizzazione di opere pubbliche nei Comuni sciolti per Mafia. “Noi funzionari di prefettura – ha sottolineato il Segretario SI.N.PRE.F. – dobbiamo scrollarci di dosso l’impressione dei cittadini che ci vedono principalmente nel ruolo di quelli che alzano le loro tasse”.
Da parte sua, il Sottosegretario Carlo Sibilia ha assicurato il supporto del Governo nell’attivare gli strumenti necessari per potenziare l’azione dei Commissari. “Una volta che è stato disposto l’accesso dal Ministero – ha sottolineato Sibilia – il Comune interessato non potrà più avvalersi della patente di onestà”.