Le criticità finanziarie dei Comuni italiani, colpiti dalla grande crisi, sono aumentate sulla scia della crisi finanziaria. Il numero dei dissesti è cresciuto e anche la nuova fattispecie del riequilibrio finanziario pluriennale, introdotta alla fine del 2012, è stata attivata da molti enti. Nel complesso, sono stati interessati da fasi di crisi acuta circa 800 Comuni (poco meno del 10% del totale). Per migliorare i sistemi di controllo e prevenzione delle criticità occorrono basi informative coerenti e trasparenti. Per questo il Ministero dell’interno e l’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno realizzato e pubblicato online una banca dati che raccoglie la documentazione riguardante le procedure di dissesto e riequilibrio dei Comuni italiani dal 2005 che sarà costantemente arricchita e aggiornata. I ricercatori di Ca’ Foscari hanno presentato alla Camera dei Deputati un primo rapporto realizzato grazie allo studio della documentazione raccolta. Da oggi la nuova banca dati permetterà lo sviluppo di ulteriori analisi quantitative e qualitative. Il dissesto ha interessato nel complesso 588 Comuni (con 32 casi di doppio dissesto e uno di dissesto nel dissesto). La distribuzione geografica mostra l’esistenza di una questione meridionale (485 casi, pari all’82 per cento sono nel Sud, con una forte concentrazione in Calabria, Campania e Sicilia). La storia dei dissesti è influenzata da due fattori: l’evoluzione della normativa e la grande crisi finanziaria. L’introduzione dell’organismo straordinario di liquidazione, nel 1993, e l’eliminazione del mutuo statale con la riforma del titolo V nel 2001 hanno provocato una rilevante riduzione, dopo la fase iniziale che aveva visto più di 40 dissesti l’anno in media nel quinquennio 1990-1994, seguita al picco del 1989, anno di introduzione dell’istituto, in cui si ebbero 125 casi.