Passo avanti per la riforma europea degli appalti pubblici. La Commissione europea oggi ha adottato il nuovo ‘Documento unico per gli appalti pubblici’ allo scopo di ridurre e standardizzare gli adempimenti burocratici in particolare per le Pmi. Le tre direttive della riforma devono essere adottate dai 28 stati membri entro il prossimo 17 aprile ed i paesi entro ottobre 2018 dovranno fare in modo che il sistema delle gare pubbliche sia completamente basato su web entro ottobre 2018.
Procedure totalmente elettroniche e standardizzate a livello europeo, quindi, per tutti gli appalti pubblici dei 28 Paesi Ue entro ottobre 2018. È l’obiettivo della Commissione europea che ha presentato le nuove regole sugli appalti europei entrate ufficialmente in vigore il 18 aprile 2016. Tagli del 5 per cento nelle spese delle procedure di appalto equivalgono a 100 miliardi di euro risparmiati.
Nel dettaglio, a partire dall’ottobre 2018 le nuove procedure vedranno l’integrazione del cosiddetto ‘documento di gara unico europeo (Dgue)’ – un’autodichiarazione dell’impresa sulla propria situazione finanziaria, sulle proprie capacità e sulla propria idoneità per una procedura di appalto pubblico – e dell’e-Certis – lo strumento informatico utilizzato per ricavare i documenti indispensabili a rispondere a un determinato appalto in uno dei Paesi Ue. La nuova procedura elettronica uniformata a livello europeo potrà contare anche su nuovi strumenti come un catalogo elettronico unificato, vendite pubbliche online e un sistema dinamico di pubblicazioni dei bandi online. Secondo la Commissione europea, le autorità pubbliche che hanno già optato per un sistema di appalti interamente elettronico hanno tagliato le spese delle procedure delle gare dal 5 al 20 per cento. Alla luce dell’ammontare totale degli appalti pubblici nel mercato europeo – circa 1,9 trilioni di euro l’anno – ogni 5 per cento di tagli comporta un risparmio di 100 miliardi di euro.