Tre donne su quattro (73%) non festeggiano l’otto marzo, mentre il 14% lo fa con le amiche e il 13% con il proprio partner, ma non si rinuncia comunque alle mimose. E’ quanto emerge da un sondaggio on line del sito www.coldiretti.it in occasione della festa delle donne che, oggi, celebra anche i 70 anni dalla prima partecipazione femminile al voto il 10 maggio 1946, dopo la pausa imposta dal fascismo. La distanza dall’obiettivo della parità, ma anche la consapevolezza dei risultati acquisiti nel tempo, la crisi economica, la voglia di sottrarsi ai luoghi comuni e gli impegni sul lavoro sono – sottolinea la Coldiretti – alcune delle motivazioni.
L’indagine focalizza in particolare lo stato dell’arte della condizione femminile nel settore agricolo. Non è un caso, che 215mila imprese agricole siano guidate da donne in Italia, dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre è rosa con un grande contributo al profondo rinnovamento del settore. Nel 2015, sono aumentate del 76% le ragazze italiane under 34 anni che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura come imprenditrici, coadiuvanti familiari o socie di cooperative, secondo le elaborazioni Coldiretti relative al terzo trimestre. Sotto il profilo dell’attività professionale, prevalgono le iniziative che fanno leva sulla multifunzionalità, rese possibili grazie alla legge di orientamento fortemente voluta dalla Coldiretti (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato e allargato i confini dell’imprenditorialità agricola. Ne è la prova – continua la Coldiretti – il protagonismo femminile nelle attività di educazione alimentare e ambientale con le scuole, le agritate, gli “agriasili”, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici, ma anche la presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica e soprattutto nell’agriturismo. Nella loro attività imprenditoriale le donne agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. “Certo è stato lungo il cammino delle donne agricole italiane: esso si è intrecciato con la crescita politica e sociale della nostra democrazia e con il prorompente protagonismo del “soggetto donna” e dei movimenti femminili e femministi sulla scena nazionale e mondiale” ha affermato Lorella Ansaloni, responsabile di Donne Impresa della Coldiretti. Riconoscere lo status professionale, sociale e imprenditoriale delle donne delle campagne è stato l’obiettivo di fondo della Coldiretti – ha continuato Ansaloni – nel precisare che molte le tappe di questo percorso: il diritto alla pensione e alla sicurezza sociale, il nuovo diritto di famiglia, la tutela della maternità, le norme sulla parità di trattamento e infine la legge sulla imprenditoria femminile. Ma fondamentale – ha precisato ancora – è stato anche il lavoro sugli aspetti della formazione, della partecipazione, del cambiamento di modelli culturali discriminanti, della affermazione di una soggettività forte e autorevole. Un lavoro reticolare, fatto di piccole occasioni, incontri, discussioni: un mettersi alla prova da parte di tante donne, accompagnato e sostenuto dalla rete delle altre, le colleghe. In tutto questo – ha concluso Ansaloni – il ruolo di associazioni come il movimento femminile della Coldiretti, oggi coordinamento donne impresa, è stato prezioso e fondamentale ed è importante ricordarlo”.