Una rete di sensori collocati nei punti strategici della città misurerà tutti i “parametri vitali”, rendendo migliore e più semplice la vita degli abitanti. A Chicago è in corso un progetto denominato “Array of Things”, che si può tradurre come Matrice delle Cose, promosso dal Computation Institute dell’Università di Chicago. Il nome allude, ovviamente, all’Internet delle Cose, ma ricalibrato su scala urbana. Attualmente, il progetto è in fase di test e potrebbe diventare una valida soluzione per le amministrazioni che intendano avvalersi di uno strumento più preciso e sempre aggiornato nel decidere quali politiche portare avanti per la città, su cosa investire in via preferenziale, in breve per avere il polso della situazione. Il sistema si basa sui primi 500 sensori, i nodi della rete. Già dalla fase iniziale misureranno una gran quantità di parametri, tra cui temperatura, pressione, quantità di luce, vibrazioni, particelle inquinanti come CO, NO2, SO2, ozono, e ancora l’inquinamento acustico, il traffico pedonale e veicolare, la temperatura in superficie. In un secondo tempo saranno monitorati anche altri fattori urbani di interesse, quali il livello delle acque, le precipitazioni, il vento e altri agenti atmosferici. L’Array of Things rende disponibili dati in tempo reale e geolocalizzati ai ricercatori. L’amministrazione della città assicura che tutte le informazioni saranno rese pubbliche. Obiettivo finale: permettere a politici, amministratori, sviluppatori informatici e residenti, di collaborare per fare di Chicago una vera smart city, più efficiente e capace di risparmiare sulla spesa pubblica, ossia in grado di essere proattiva e anticipare potenziali problemi ed emergenze. L’Array of Things, inoltre, è pensato per servire a qualsiasi abitante, real-time, nella vita quotidiana. Tra le possibilità allo studio, spicca quella di realizzare app specifiche che consentano a chiunque, tramite smartphone, di essere informato, ad esempio, su quale percorso seguire per evitare alcuni fattori inquinanti o allergeni, per modificare il tragitto evitando le isole di calore, i tratti più congestionati o le zone nelle quali l’inquinamento acustico sia maggiore.