Il termine Inclusione sociale, riassume lo spirito del progetto “Sport di squadra” promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e sostenuto dal Comune di Cagliari: progetto che sino ad aprile 2022 coinvolgerà 280 studenti dai 3 ai 14 anni e anche gli universitari, coniugando l’attività motoria ai temi delle pari opportunità e della formazione.
“Lo sport è cultura”, ha scandito l’Assessore Rita Dedola. e in questo delicato momento in cui l’attenzione alla salute e alla sicurezza dei cittadini sono prioritarie, puntare sui giovani è un gesto di speranza e fiducia nel futuro. “Dopo aver passato momenti di esclusione, perché ciascuno di noi si è dovuto auto-escludere per proteggere la salute propria e degli altri, adesso più che mai lo sport serve per recuperare il tempo perso”.
“Il Comune di Cagliari, ha aggiunto la rappresentante della Giunta Truzzu titolare dell’Istruzione e Pari opportunità, si sta impegnando con l’Assessorato allo Sport e con l’Assessore Roberto Floris in questo momento, ma è il sindaco Paolo Truzzu in prima battuta a promuovere lo sport. Non solo all’interno delle scuole, ma anche all’esterno e il progetto “Sport di squadra”, ricalca quest’obiettivo”.
All’incontro con la stampa al Palazzo Civico di via Roma 145, anche Andrea Lobina. “Sport di squadra, ha sottolineato il presidente Aics, non è un progetto teorico, ma concreto e finanziato dal Miur per il quale l’Associazione Italiana Cultura Sport mette a disposizione l’infrastruttura progettuale e operativa”. Con lui Federica Iecle, dirigente scolastica dell’Istituto “Giusy Devinu” che ha aderito al progetto con la direzione scolastica “Is Mirrionis”.
Per i plessi “Collodi”, “Italo Stagno” e “San Michele”, 9 classi coinvolte, la responsabile del progetto è Monica Zedda. Nelle scuole dell’infanzia via Brianza e via Serbariu nel percorso educativo e inclusivo coinvolte 5 classi.
Dopo la famiglia e la scuola, lo sport è in grado di abbattere barriere e disuguaglianze, formare società di persone consapevoli, attente a ciò che ci circonda. “Anche per noi universitari, ha detto Elisa Melis, referente degli studenti universitari che affiancheranno gli operatori Aics durante lo svolgimento del progetto, lo sport è importante sia per rafforzare i rapporti sociali che come valvola di sfogo per migliorare le attività di studio”.
“Il punto di snodo del progetto, ha concluso l’Assessore Rita Dedola, sviluppa quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030, con riferimento al Patto educativo con le scuole e al Patto formativo con i giovani universitari”, tutto ciò porta ad una condivisione e co-progettualità fra associazioni sportive, studenti, scuole ed enti pubblici, per combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica”.