Il mercato dei Big Data e dell’analisi dei dati in Italia continua a crescere e nel 2025 supererà i 4,1 miliardi di euro, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Lo rileva l’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano, secondo cui la spinta principale arriva da Business Intelligence e Data Science, in crescita del 27% grazie alle nuove applicazioni di intelligenza artificiale e Generative AI.
Nonostante i numeri positivi, solo il 38% delle grandi aziende italiane ha definito una strategia chiara di valorizzazione dei dati e appena una su cinque ha nominato un responsabile dedicato, come un Chief Data Officer. Più di un quarto non ha ancora avviato progetti di Advanced Analytics, segno di una maturità ancora limitata nella gestione dei dati.
“Dati e intelligenza artificiale non possono più viaggiare su binari separati – spiega Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio –. Serve un approccio ‘data-centric AI’ per migliorare la qualità delle decisioni e rendere i processi più intelligenti e sostenibili”. Per Alessandro Piva, direttore della ricerca, la sfida è duplice: “Da un lato mantenere una cultura basata sul decision-making, dall’altro preparare piattaforme dati aziendali capaci di essere AI-ready, con una governance integrata dei dati e dell’intelligenza artificiale”.
Tra i settori, a crescere di più sono Servizi (+27%), Banche (+22%), Assicurazioni e Manifattura (+21%), mentre la Pubblica amministrazione pesa per il 6% del mercato e cresce a un ritmo più lento (+17%). Le grandi imprese puntano su risorse computazionali e soluzioni di Generative AI, le più piccole su strumenti di Data Visualization no-code e low-code. Oggi il 45% dei dipendenti non esperti utilizza strumenti di self-service analytics e oltre la metà dei professionisti del dato si occupa di analisi descrittive. Tuttavia, l’86% delle grandi imprese si affida ancora a consulenti esterni per i progetti più complessi, a causa della carenza di competenze specializzate.
Le piccole e medie imprese mostrano segnali di miglioramento: nel 2025 quasi nove su dieci svolgeranno attività di analisi dei dati, ma spesso in modo sporadico e con strumenti di base. Solo una su tre ha figure dedicate e l’integrazione delle fonti resta scarsa. La Generative AI si diffonde rapidamente: il 45% delle organizzazioni ha introdotto strumenti centralizzati, mentre nel 37% i singoli professionisti scelgono autonomamente le soluzioni da usare, con il rischio di fenomeni di “Shadow AI” e problemi di sicurezza.
Infine, la conoscenza dei Data Spaces, ecosistemi per la condivisione sicura dei dati, è ancora molto bassa: il 90% delle grandi aziende non ne conosce o non ne percepisce l’utilità, un limite che rischia di frenare la transizione verso un’economia davvero basata sui dati e sull’intelligenza artificiale.