L’Irpef “presenta diverse criticità dal punto di vista dell’efficienza e dell’equità della tassazione”. Fra queste “l’andamento delle aliquote marginali effettive e la capacità redistributiva dell’imposta”. Lo ha affermato in audizione alla Camera, Giacomo Ricotti, capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia. Una riforma dell’Irpef “dovrà contenere le irregolarità nell’andamento delle aliquote marginali, anche per ridurre i disincentivi all’offerta di lavoro e ha poi aggiunto Al contempo non potrà prescindere dal riordino degli istituti a essa collegati (come i trasferimenti sociali e le addizionali locali) da realizzare in maniera organica e coordinata”.
“Anche se negli ultimi anni diversi interventi hanno concorso a diminuire il livello dell’imposizione, l’Italia, nel confronto internazionale, si caratterizza ancora per l’alta incidenza del carico fiscale sul capitale e soprattutto sul lavoro – ha spiegato Ricotti -Dati i vincoli di bilancio, a parità di spesa pubblica ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita”. Il prelievo effettivo sui consumi è infatti più basso che in altri Paesi. Intanto il direttore dell’agenzia delle entrate, Ernesto Ruffini, nella sua audizione in commissione Finanze alla Camera, richiamando il modello dell’Irpef spagnola ipotizza un “reddito minimo esente dalla tassazione e riconosciuto a tutte le famiglie. Variabile, però, in base alla composizione della stessa famiglia. Potrebbe rispondere alla esigenza di “semplificazione e trasparenza nel calcolo dell’Irpef” al posto delle detrazioni per tipo di lavoro e componenti familiari e degli assegni familiari (nonché di altre misure per i figli, come il bonus natalità, il bonus asili nido, ecc.)”. Una riforma dell’Irpef “dovrà contenere le irregolarità nell’andamento delle aliquote marginali, anche per ridurre i disincentivi all’offerta di lavoro e ha poi aggiunto Al contempo non potrà prescindere dal riordino degli istituti a essa collegati (come i trasferimenti sociali e le addizionali locali) da realizzare in maniera organica e coordinata. Anche se negli ultimi anni diversi interventi hanno concorso a diminuire il livello dell’imposizione, l’Italia, nel confronto internazionale, si caratterizza ancora per l’alta incidenza del carico fiscale sul capitale e soprattutto sul lavoro – ha spiegato Ricotti e ha poi aggiunto – Dati i vincoli di bilancio, a parità di spesa pubblica, ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita”. Il prelievo effettivo sui consumi è infatti più basso che in altri Paesi. I
Intanto, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, nella sua audizione in commissione Finanze alla Camera, richiamando il modello dell’Irpef spagnola ipotizza un “reddito minimo esente dalla tassazione e riconosciuto a tutte le famiglie. Variabile, però, in base alla composizione della stessa famiglia. Potrebbe rispondere alla esigenza di “semplificazione e trasparenza nel calcolo dell’Irpef” al posto delle detrazioni per tipo di lavoro e componenti familiari e degli assegni familiari (nonché di altre misure per i figli, come il bonus natalità, il bonus asili nido, ecc.)”.