E’ stato il Comune di Avezzano a lanciare l’iniziativa e i cittadini hanno aderito con convinzione. L’obiettivo è quello di rendere Avezzano una città più sicura e quindi più vivibile. Sono state installate 50 telecamere che, come ci ha spiegato il comandante della Polizia locale, Luca Montanari, “coprono tutti i punti caldi della città indicati dal comitato dell’ordine e della sicurezza pubblica in prefettura come più meritevoli di attenzione e le frazioni”. Il sistema è stato realizzato grazie a un finanziamento europeo di 150mila euro arrivato tramite la Regione, “Dalla sala regia allestita al comando della Polizia locale” continua il Comandante “si possono controllare attraverso dei monitor tutte le telecamere a seconda delle esigenze.” Una volta sviluppato il progetto e creata l’infrastruttura, si è capito che per alzare ancora di più il livello di sicurezza urbana sarebbe bastato aumentare il numero delle telecamere. Così il Comune di Avezzano si è rivolto direttamente ai cittadini, alle aziende, ai comitati di quartiere, proponendo di unirsi per ampliare il sistema di sorveglianza donando al Comune una o più telecamere da collegare al sistema di telecontrollo cittadino. Ne parliamo con il Comandante della Polizia Locale, l’avvocato Luca Montanari.
Comandante la sua iniziativa “Adotta una telecamera, dona un punto di sorveglianza al tuo quartiere” ha attirato l’attenzione di diversi Comandi. Com’è nata questa proposta?
L’idea nasce innanzitutto dal desiderio di dotare ogni singola zona della città di un “occhio amico”, con la consapevolezza che i bilanci degli enti locali non lo avrebbero mai consentito. Si origina in primis sulla falsariga delle sponsorizzazioni. Ma prende anche in considerazione il cosiddetto “principio di sussidiarietà” in senso orizzontale, laddove al cittadino, sia come singolo che attraverso i corpi intermedi, è data la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidono sulle realtà sociali a lui più prossime. Insomma, un mix di elementi, che mi hanno fatto capire come declinare ancor meglio il nuovo modo di fare sicurezza: dopo la “sicurezza di prossimità” e la “sicurezza integrata” vi è quello della “sicurezza di comunità”, al quale ci vogliamo ispirare.
Come è stata organizzata e gestita la sicurezza di comunità?
Interamente dal Comando della polizia locale di Avezzano, che grazie alle professionalità presenti al suo interno ha saputo materializzare un progetto veramente innovativo, credo il primo in Italia.
Come ha risposto la città?
In maniera molto positiva, tant’è che sono arrivate diverse istanze da parte sia di singoli privati, sia di interi gruppi di residenti, che in tal modo sono riusciti ad ammortizzare i costi in maniera importante. Dividendo il costo dell’opera anche per dieci o venti, ciascuna famiglia potrà ritrovarsi un punto di videosorveglianza della polizia locale, cioè della pubblica sicurezza, del valore di qualche migliaia di euro con un costo pro-capite di poche centinaia di euro.
Pensa che la problematica della sicurezza corrisponda a un sentire condiviso da parte dei suoi concittadini?
Rispetto a mille altre città reputo Avezzano una città sicura, poiché non vi sono zone veramente a rischio e neppure si registrano episodi di criminalità, più gravi di quelli naturalmente tollerabili, dovuti più a disagi sociali che ad altro. Da sempre quella della sicurezza è una delle problematiche più sentite dalla popolazione, tant’è che gran parte delle campagne elettorali puntano proprio su questo tema, anche se, ricordiamolo, l’ordine e la sicurezza pubblica sono una competenza dello Stato e non del Comune, come erroneamente si è portati a credere.
Prevede ulteriori sviluppi sull’argomento?
Certo che sì. La polizia locale di Avezzano è in un continuo “working in progress” per innalzare sempre più i livelli di qualità della vita dei cittadini.