«I dati sull’andamento del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali hanno fatto registrare nel primo semestre di quest’anno un incremento del 15,3% e per questo continuano a costituire un campanello di allarme che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare».
Il richiamo viene dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che ha presideuto questa mattina al Viminale una riunione dell’Osservatorio nazionale, con la partecipazione del sottosegretario Ivan Scalfarotto, del vicecapo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi, del prefetto di Napoli Marco Valentini e del prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta, del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà in rappresentanza dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), del presidente della provincia di Cosenza Francesco Iacucci in rappresentanza dell’Unione province italiane (Upi), del presidente dell’associazione Avviso Pubblico Roberto Montà e di rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dell’Istruzione.
I prefetti di Napoli e di Catanzaro, in attuazione delle linee guida dettate dal ministro, sono stati ascoltati rispetto all’esperienza dei relativi territori regionali. Il giro di audizioni proseguirà, con la collaborazione dell’Anci e dell’Upi, «anche coinvolgendo direttamente i sindaci e gli amministratori locali oggetto di atti intimidatori», ha aggiunto la stessa titolare del Viminale.
Nel dettaglio, secondo i dati basati sulle denunce relativi al I semestre 2021, sono stati 369 gli episodi di intimidazione rispetto ai 320 del corrispondente periodo 2020. In particolare, gli stessi si sono concentrati in Lombardia (da 37 a 52 casi) e in Campania (da 34 a 41), ai primi posti a livello regionale; per le province i territori più interessati dal fenomeno risultano essere quelli di Milano (da 11 a 23 casi) seguita da Torino (da 13 a 21) e Napoli (da 13 a 20).
Sindaci, assessori e consiglieri comunali risultano essere, nello stesso periodo considerato, i principali bersagli: 189 casi relativi a sindaci anche metropolitani (51,4% sul totale), 73 casi relativi a componenti della giunta comunale (19,7%); 65 casi relativi a consiglieri comunali anche metropolitani (17,6%).
Per quanto riguarda la matrice degli episodi, sul totale di quelli avvenuti nel I semestre dell’anno in corso se ne segnalano 46 per tensioni sociali (12,4%), 45 per tensione politica (12,2%), 27 di criminalità comune (7,3%) e 1 di criminalità organizzata, con un lieve discostamento rispetto ai dati dello stesso periodo 2020.
Sul fronte del contrasto, contano molto consapevolezza e sensibilizzazione degli amministratori.
A questo scopo, l’Organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, in linea con le disposizioni del ministro dell’Interno, ha realizzato e diffuso linee guida e suggerimenti, con la realizzazione, tra l’altro, di 2 Vademecum, uno per le prefetture e Forze di polizia e uno per gli amministratori locali.
Le prefetture, sui territori, contribuiscono oltre che come sensori anche come centri di sensibilizzazione degli amministratori locali, prevalentemente attraverso giornate di studio e altre iniziative di informazione/formazione.
Fonte: Viminale