Il tema delle polizie locali, unito a quello di un miglioramento dello status del personale, funzionale per garantire maggiori servizi ai cittadini, necessita di “una seria riflessione da parte del legislatore, capace di riportare la necessaria serenità fra gli operatori del settore”: è l’opinione di Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vice presidente Anci con delega al personale.
“Ma – ha aggiunto Di Primio – in questo ambito risulta fondamentale la individuazione condivisa di una strategia di collaborazione tra Stato e autonomie locali che costruisca una cornice di prevenzione tale da garantire strumenti efficaci per la sicurezza nelle città”. E “ciò in un contesto dove sono sempre più necessarie le indicazioni di coordinamento tra polizie ad ordinamento statale e polizie ad ordinamento locale in attesa della necessaria risposta, anche normativa, a distanza di trenta anni dalla legge quadro 65 del 1986”.
A questo, il sindaco di Chieti, aggiunge anche “l’auspicio che si torni a valutare la possibilità di una modifica della qualifica degli agenti di polizia locale, anche attraverso una nuova previsione all’interno del contratto nazionale dei dipendenti degli enti locali”.
E “le affermazioni di Di Primio – sottolinea l’Anci – trovano una fotografia reale nel Rapporto nazionale sull’attività della polizia locale che l’Anci elabora ogni anno e che testimonia come siano molteplici e complesse le funzioni svolte dalle polizie locali”: nel solo 2014, grazie alla polizia locale, stando alle 161 grandi e medie città e ai corrispondenti 21 milioni di italiani oggetto del rapporto, si sono prodotti servizi e sicurezza per 1.300 arresti, 211.000 indagini di polizia giudiziaria, 154.000 incidenti rilevati, 4.500 scuole oggetto di corsi di educazione stradale, 40.300 patenti e carte di circolazione sequestrate, 268.000 controlli ambientali e commerciali, 245.000 attività di pubblica sicurezza e sicurezza urbana.