Tornano a riunirsi la Consulta Nazionale Piccoli Comuni e la Commissione Montagna dell’Anci. L’appuntamento questa volta in presenza, dopo l’incontro in streaming delle scorse settimane, è fissato per venerdì 26 giugno alle 9.30 ad Ascoli presso il centro Convegni Piceno Consind. La riunione servirà a riprendere la discussione sui temi prioritari per il rilancio dei piccoli Comuni, anche alla luce delle proposte presentate dai sindaci durante i recenti Stati generali con il governo. Un pacchetto di misure concrete che spaziano dalle misure fiscali diversificate per favorire lo sviluppo dei territori periferici, all’accelerazione tecnologica per superare il digital divide e la realizzazione del piano banda ultralarga, fino al potenziamento dei servizi essenziali, sanità, welfare e scuola, fondamentali per colmare il gap tra i piccoli centri ed il resto del Paese.
“Con questo appuntamento riprendiamo contatto con le realtà territoriali ed intendiamo rilanciare le nostre tematiche per lo sviluppo dei piccoli Comuni, delineate un anno fa con il ‘Manifesto di Gornate’, sottolineano il vice presidente vicario Anci Roberto Pella e il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni Massimo Castelli. “Nell’emergenza sanitaria Covid le piccole comunità hanno risposto in maniera importante ed efficiente confermando la fragilità delle politiche concentrate solo sui grandi poli urbani”, aggiungono i due esponenti Anci. “Le proposte della nostra ‘Agenda Controesodo’ per il potenziamento dei servizi e con misure diversificate per fermare lo spopolamento, si stanno rivelando importanti anche per affrontare le sfide del futuro. I territori sono essenziali per il rilancio del Paese, i piccoli Comuni e l’Anci ci sono, ma non dobbiamo tornare alle solite politiche che non hanno prodotto risultati sia in termini economici che sociali”, ribadiscono Pella e Castelli.
Infine, importante la scelta di ripartire con gli incontri territoriali proprio dalle Marche. “Vogliamo riportare l’attenzione sulla situazione dei molti piccoli Comuni che si trovano nelle aree terremotate della Regione. Non dimentichiamo che questi centri hanno vissuto la crisi Covid 19 con maggiori difficoltà: per loro – concludono Pella e Castelli – l’emergenza sanitaria si è aggiunta all’emergenza continua di una ricostruzione che finora ha stentato a decollare”.