Sono 2,8 milioni le persone che lavorano nei settori del pubblico impiego e le trattative sui nuovi contratti che li riguardano sono entrate nel vivo ieri. I più vicini all’intesa appaiono forze dell’ordine, polizia e vigili del fuoco, i cui tavoli tecnici hanno lavorato a pieno ritmo nei giorni scorsi e potrebbero arrivare all’accordo in settimana. Ma il calendario è serrato anche per gli altri. Ieri si è riunito all’Aran, l’agenzia che rappresenta la Pa come datore di lavoro, il tavolo delle trattative sulla scuola, che con i suoi 1,2 milioni di dipendenti è il settore più ampio e ha anche i problemi più pesanti per completare il mosaico dei fondi. Oggi è la volta della sanità, mentre mercoledì è il turno di Regioni ed enti locali: in tutti questi casi, l’obiettivo è tagliare i tempi, e arrivare in fretta all’accordo.
“Il Comitato di settore, l’Aran e i sindacati sono al lavoro da tempo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti degli Enti locali, per recuperare il gap determinato da un blocco contrattuale protratto per troppi anni. Le trattative devono proseguire per giungere rapidamente alla firma del contratto”.
Queste le parole di Umberto Di Primio, sindaco di Chieti, delegato Anci al Personale e Presidente del Comitato di settore Autonomie locali. “Riteniamo doveroso riconoscere al nostro personale gli incrementi retributivi, ma dobbiamo approfittare di questa occasione – dichiara Di Primio – anche per mettere mano ad un quadro di norme contrattuali ormai non più attuale. Per quanto ci riguarda rimane aperto il nodo fondamentale delle risorse: in occasione della legge di Bilancio abbiamo chiesto al Governo risorse aggiuntive per i Comuni e soprattutto di rendere più flessibili le regole della contabilità armonizzata per consentirci di coprire gli oneri dei rinnovi contrattuali. Questa esigenza permane, per molti Comuni altrimenti l’impatto dei rinnovi contrattuali sui bilanci può risultare insostenibile anche perché – conclude il delegato Anci – non è stata accolta la nostra richiesta di neutralizzare le risorse ai fini del rispetto del saldo. C’è un problema che chiediamo al Governo di risolvere”. Infine, secondo Di Primio “non deve assolutamente ricadere sui bilanci comunali alcun onere aggiuntivo per compensare il bonus fiscale 80 euro che va integrato con risorse statali“.