Secondo il Trattato istitutivo, l’Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, anche grazie all’affermarsi di un’economia sociale fortemente competitiva. Tale formula, in estrema sintesi, rimette in via principale lo sviluppo economico al funzionamento dei meccanismi di mercato, alimentati dalla razionalità dello scambio, strumentale al profitto. Gli effetti delle dinamiche competitive devono però essere mitigati da interventi pubblici a tutela dei diritti sociali di coloro che restano marginalizzati dal libero gioco delle relazioni economiche. Si pensi, ad esempio, alle prestazioni rese per assicurare il diritto all’abitazione, all’istruzione, alla salute. In questo modello, Stato e mercato operano separatamente: il secondo fisiologicamente genera disuguaglianze, di cui dovrebbe occuparsi il primo, grazie alla funzione redistributiva. Nel diritto europeo, quindi, l’economia deve essere conformata al sociale dai pubblici poteri, chiamati a riparare alle disparità create dal funzionamento del mercato.
In questa cornice si inserisce la nuova iniziativa del Mise: con una dotazione di 223 milioni di euro, apre oggi, 7 novembre, lo sportello di ‘Italia Economia sociale’, la nuova misura agevolativa del ministero per lo Sviluppo economico dedicata alla nascita e allo sviluppo di imprese che operano nel mondo del no profit. Le agevolazioni, operative su tutto il territorio nazionale, sono rivolte alle imprese sociali e alle cooperative sociali o con qualifica di onlus.
L’operazione, si legge in una nota, “si propone di sostenere un comparto dinamico che ad oggi in Italia occupa 540 mila unità, coinvolge 45 mila volontari e assicura 10 miliardi di euro di produzione annua, di cui beneficiano 5 milioni di persone”.
Sono previsti finanziamenti agevolati, associati obbligatoriamente a finanziamenti bancari ordinari, e, in alcuni casi, contributi a fondo perduto, a fronte di programmi d’investimento, in qualunque settore, ma coerenti con le finalità istituzionali di utilità sociale. Sono finanziabili programmi di investimento compresi tra i 200mila e i 10 milioni di euro. Il finanziamento copre fino all’80% delle spese ammissibili. Il ministero si avvarrà della collaborazione di Invitalia per gli adempimenti tecnici e amministrativi relativi alla gestione della misura.
Per accedere al finanziamento agevolato, le imprese devono aver ricevuto una valutazione positiva da parte di una banca finanziatrice selezionata tra le banche aderenti alla Convenzione Mise-Abi-Cdp. La domanda di agevolazione si presenta esclusivamente online utilizzando la modulistica disponibile nella sezione ‘Imprese sociali’ del sito del ministero dello Sviluppo economico e deve essere inviata via pec all’indirizzo es.imprese@pec.mise.gov.it. E’ necessario allegare la delibera di finanziamento e l’allegato tecnico relativo all’impatto socio-ambientale dell’iniziativa (a cura della banca finanziatrice).