In vista del Consiglio europeo della prossima settimana, la Commissione ha presentato quattro relazioni sulle misure adottate nell’ambito dell’Agenda europea sulla migrazione per gestire le frontiere esterne. Poichè la maggior parte degli Stati membri ha dimostrato che la ricollocazione funziona se vi è la volontà politica, la Commissione esorta tutti quegli Stati membri che ancora non lo hanno fatto ad adoperarsi per rispettare i loro obblighi giuridici e contribuire equamente e proporzionalmente a tale meccanismo. Viene inoltre ribadito l’appello ad accelerare il dispiegamento della guardia di frontiera e costiera, come pure a colmarne il più rapidamente possibile le carenze di personale e di attrezzature.
Stando poi alla diminuzione degli attraversamenti irregolari verso la Grecia e l’avvenuto reinsediamento di oltre 6.000 siriani che hanno ottenuto canali sicuri e legali per entrare in Europa, sembra che la dichiarazione Ue-Turchia continui a produrre risultati. Ma sono tuttora necessari sforzi continui per garantire la piena attuazione della dichiarazione, in particolare per migliorare l’esame delle richieste d’asilo in Grecia. Nel 2017 il ritmo delle ricollocazioni è aumentato significativamente, con la ricollocazione di quasi 10.300 persone da gennaio, il quintuplo rispetto allo stesso periodo del 2016. Al 9 giugno il numero totale di ricollocazioni è pari a 20. 869 (13. 973 dalla Grecia e 6. 896 dall’Italia). Considerato che quasi tutti gli Stati membri procedono alla ricollocazione dall’Italia e dalla Grecia, sarà possibile ricollocare tutti gli aventi diritto (attualmente circa 11.000 registrati in Grecia e circa 2.000 in Italia, mentre gli arrivi del 2016 e 2017 sono in attesa di registrazione) entro settembre 2017. In ogni caso l’obbligo giuridico di ricollocazione per gli Stati membri non terminerà dopo settembre: le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione sono applicabili a tutti coloro che arrivino in Grecia o in Italia fino al 26 settembre 2017 e i richiedenti ammissibili dovranno quindi essere ricollocati in tempi ragionevoli.
Negli ultimi mesi la Commissione ha ripetutamente invitato gli Stati membri che non abbiano ancora proceduto ad alcuna ricollocazione, o che rifiutano di farlo, ad adoperarsi in questo senso. Nonostante i ripetuti appelli, purtroppo la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, violando gli obblighi giuridici sanciti dalle decisioni del Consiglio e gli impegni nei confronti della Grecia, dell’Italia e di altri Stati membri, non hanno ancora intrapreso le azioni necessarie. Così, come indicato in una precedente relazione sulla ricollocazione, la Commissione ha deciso di avviare procedimenti d’infrazione contro questi tre Stati membri. I progressi relativi al reinsediamento continuano, con quasi tre quarti (16.419) dei 22.504 concordati nel giugno 2015 già effettuati. I ricollocamenti nell’ambito della dichiarazione Ue-Turchia hanno raggiunto un nuovo livello record nel maggio 2017, con quasi 1.000 rifugiati siriani ai quali sono stati forniti canali sicuri e legali per entrare in Europa. Il numero complessivo dei reinsediamenti dalla Turchia nell’ambito della dichiarazione si attesta ad oggi a 6.254 persone.