È stato firmato al Viminale un nuovo protocollo d’intesa tra l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc) e la Fondazione con il Sud, con l’obiettivo di rafforzare il coinvolgimento del Terzo settore nella valorizzazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Alla firma erano presenti il sottosegretario all’Interno con delega all’Anbsc, Wanda Ferro, il direttore dell’Agenzia, Maria Rosaria Laganà, e il presidente della Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio.
L’accordo, della durata di tre anni rinnovabili, punta a rendere più semplice e trasparente l’accesso degli enti del Terzo settore alle informazioni e alle opportunità legate ai beni confiscati, favorendo la nascita di nuovi progetti di riuso sociale e la diffusione delle esperienze già attive. L’obiettivo comune è trasformare questi immobili in luoghi di legalità, partecipazione e sviluppo, in grado di generare lavoro, servizi e coesione sui territori.
Tre le linee d’azione principali: la creazione di una mappa geo-referenziata dei beni già destinati a finalità sociali; la possibilità di stipulare accordi di collaborazione con fondazioni interessate a finanziare interventi di valorizzazione; e un piano di comunicazione rivolto agli enti del Terzo settore. È previsto inoltre un gruppo tecnico di lavoro coordinato dall’Anbsc per individuare soluzioni operative più efficaci.
«Questo protocollo – ha sottolineato il sottosegretario Ferro – rafforza la filiera tra Stato, enti locali e Terzo settore e permetterà processi più rapidi, trasparenti e verificabili». Per il prefetto Laganà si tratta di «un ulteriore passo per sostenere le attività di restituzione dei beni alle comunità», mentre il presidente Consiglio ha ricordato il ruolo già svolto dalla Fondazione, che ha contribuito alla valorizzazione di quasi il 10% dei beni confiscati affidati al Terzo settore e alla creazione di oltre 320 posti di lavoro nel Mezzogiorno.
Secondo la Fondazione, molte delle imprese sociali sostenute continuano a operare autonomamente anche anni dopo la fine dei finanziamenti, dimostrando l’efficacia di un modello basato sulla collaborazione tra pubblico e privato sociale.
Maggiori informazioni nella nota del Viminale