Avere un’impresa con sede a Roma o a Trento con un imponibile Irap pari a 50.000 euro e un imponibile Irpef sempre pari a 50.000 euro non è la stessa cosa. In gioco ci sono 2.256 euro all’anno di tasse in più o in meno. Secondo lo studio “Finanza pubblica e Tasse locali” presentato da Confcommercio, l’impresa di Roma pagherà 19.000 euro fra Irap e Irpef, quella di Trento pagherà 16.744 euro un differenziale del 13,5%. Sulle 21 città del campione dello studio Confcommercio-Cer, Roma è la città più cara seguita da Campobasso (18.714 euro), Napoli (18.599), Catanzaro, Palermo e l’Aquila (18.390), Torino (18.286), Bari (18.285), Ancona (18.244), Genova (18.286), Bologna (18.056), Milano (17.931), Perugia (17.926), Potenza e Venezia (17.776), Trieste (17.696), Firenze (17.631), Aosta (17.526), Cagliari (17.383), Bolzano (16.994). E a chiudere Trento con 16.744 euro.
In 20 anni tasse locali +248% a 103 mld – In venti anni, dal 1995 al 2015, la pressione fiscale è passata dal 40,3% al 47%. E’ quanto denuncia l’ultima ricerca Confcommercio-Cer su finanza pubblica e tasse locali. Nello stesso periodo le tasse locali sono passate da 30 miliardi a 103 miliardi di euro con una crescita del 248%, mentre le tasse centrali sono passate da 228 miliardi a 393 miliardi con una crescita del 72%. Dal 2011 al 2015 – sottolinea la Ricerca – le imposte sugli immobili sono cresciute del 143% passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro. Grazie alla riduzione della prima casa nel 2016 ci sarà un calo di queste imposte del 19%. Dal 2011 al 2015 la tassa dei rifiuti è cresciuta del 50%. Secondo le stime di Confcommercio nel 2016 le imposte sugli immobili e sui rifiuti cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro.