Il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare il decreto di recepimento della Direttiva UE 2024/1438, detta “Breakfast“, con l’obiettivo di rafforzare la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti alimentari di largo consumo. Le nuove norme impongono l’obbligo di indicare in etichetta, in ordine decrescente, tutti i Paesi di origine e le percentuali per il miele in miscela, riclassificano il miele filtrato come “Miele ad uso industriale” e innalzano la quantità minima di frutta in confetture e marmellate. Vengono inoltre introdotte nuove diciture per i succhi di frutta a ridotto contenuto di zuccheri.
Miele: l’obbligo di tracciabilità contro le frodi
Una delle novità più significative riguarda l’etichettatura del miele in miscela. Per tutelare la qualità del prodotto italiano (con una produzione di circa 24 mila tonnellate annue) e combattere le frodi, i confezionatori avranno l’obbligo di indicare in etichetta, in ordine decrescente, tutti i Paesi di origine delle componenti e le relative percentuali.
L’unica eccezione a questo obbligo di percentuale si applica quando le miscele, pur provenienti da quattro Paesi, raggiungono complessivamente almeno il 60% del contenuto totale del prodotto.
Inoltre, viene modificata la denominazione del miele filtrato, che sarà ora riclassificato nella più generica e corretta categoria di “Miele ad uso industriale”. Questa modifica mira a evitare che i consumatori siano tratti in inganno, specificando che il prodotto è destinato unicamente all’uso culinario.
Più frutta per confetture e marmellate
Per confetture e marmellate, la direttiva alza i livelli minimi di frutta richiesta nella composizione, stimolando potenzialmente il comparto ortofrutticolo:
- Confetture ordinarie: la quantità minima sale da 350 grammi a 450 grammi di frutta per chilogrammo (dal 35% al 45%).
- Confetture extra: la quantità minima sale da 450 grammi a 500 grammi di frutta per chilogrammo (dal 45% al 50%).
È importante sottolineare che la produzione italiana spesso già supera di gran lunga questi nuovi requisiti minimi europei.
Succhi di frutta e latte conservato: chiarezza sugli zuccheri
La normativa aggiorna anche le diciture per i succhi di frutta, introducendo maggiore trasparenza sulla composizione zuccherina. Sarà ammessa l’indicazione aggiuntiva “succo di frutta – contiene solo zuccheri naturali”.
Vengono inoltre introdotte le categorie di prodotto “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri” (anche da concentrato), che devono presentare il 30% di zuccheri in meno rispetto al prodotto di riferimento.
Infine, il provvedimento aggiorna e chiarisce le definizioni relative ad alcuni tipi di latte conservato (parzialmente o totalmente disidratato).
Fonte: Consiglio dei Ministri