Ieri pomeriggio si è tenuta presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa di presentazione del progetto “Digitale in Comune” e del “Manifesto per una vera Pa digitale – Semplificazione delle procedure amministrative e snellimento dei processi, attraverso l’automazione e il reengineering del workflow documentale”, che costituiscono i punti di partenza di un percorso verso una proficua informatizzazione dei servizi della Pubblica amministrazione, allo scopo di introdurre una corretta applicazione del digitale.
Sono intervenuti i promotori del progetto: Mara Mucci, deputata indipendente, e Andrea Lisi, presidente di ANORC. Con loro erano presenti l’ingegner Alessandro Delli Noci dell’Anci e i rappresentanti delle associazioni sostenitrici (ANCI, ANORC, DigiConsum, IWA, Procedamus, Stati generali dell’Innovazione) di questo studio che indica modi e percorsi per ottenere una pubblica amministrazione ripensata sul modello digitale, che ne sfrutti a pieno il potenziale. Progetto che inizialmente verrà presentato a tutti i candidati sindaci della prossima tornata elettorale del 5 giugno e che sarà rilanciato anche al Dig.Eat di Milano l’11 maggio 2016.
Nel corso della conferenza stampa, importante l’appoggio dato dall’Anci nel sostenere pubblicamente l’iniziativa, con un annuncio di Delli Noci, rappresentante Anci e coordinatore nazionale di Agenda Digitale, di una quota bloccata nel prossimo turn over della Pa, per l’assunzione di personale formato sul digitale.
“Digitale in Comune” vuole rispondere alla pressante esigenza di adeguare in modo efficace e funzionale i processi di gestione digitale dei documenti delle PA (centrali e locali) alla normativa sulla digitalizzazione, nonché alle nuove necessità del pubblico.
Il programma di intervento si basa su sei focus: Competenze; Misure organizzative; Digitalizzazione della PA; Piani nazionali per la formazione continua del personale; Promozione progetti di Open government; Coinvolgimento stakeholders.
Nel corso della conferenza stampa, sono state trasmesse le testimonianze dei processi di digitalizzazione avviati nei Comuni di Trieste e Montechiarugolo (Pr), portate dai vicesindaci Fabiana Martini e Daniele Friggeri. “Il progetto digitaleincomune.it – spiega l’avvocato Andrea Lisi, presidente di Anorc – intende intervenire su un vuoto organizzativo molto pericoloso per lo sviluppo del nostro Paese in chiave digitale, quel vuoto che separa la norma dalla sua reale applicazione, le PA centrali da quelle locali, le procedure digitali del settore pubblico da quello privato. Che gli obblighi sulla digitalizzazione dettati dalla normativa vigente siano spesso disattesi dagli enti o non applicati in maniera funzionale è purtroppo una realtà sotto gli occhi di tutti, che si ripercuote negativamente sui servizi offerti al cittadino. Ripartire dal locale è secondo noi la soluzione migliore, puntare sugli enti che quotidianamente si interfacciano coi cittadini e in cui abbiamo spesso rilevato un enorme bisogno di informazione, formazione e indicazioni chiare e univoche per l’impostazione della gestione digitale di dati e documenti. Inoltre, pensiamo che sia essenziale avvicinare gli enti locali alle aziende, portarli a conoscenza delle soluzioni e delle strategie adottate dagli operatori del mercato che possano essere per loro un volano di sviluppo: in quest’ottica al DIG.Eat 2016, l’evento Anorc che si terrà a Milano l’11 maggio, le PA locali potranno incontrare il mercato in un momento di utile confronto su sistemi, soluzioni e best practice”.
“Le risorse che le PA stanziano per il digitale sono stimate tra i 3 e i 5 miliardi di euro l’anno – ha evidenziato la deputata Mara Mucci – Ci sono anche normative ma ravvisiamo comunque grandi mancanze che dipendono dal modello organizzativo. Questo si traduce in un impianto che fatica a decollare. Serve cultura digitale. Serve partire dal piccolo, da un approccio generoso delle persone coinvolte. I comuni si isolano, e bisogna prevedere un approccio più ampio e condiviso. Serve creare una cabina di regia sul digitale. Oggi è la data di inizio della fase operativa del progetto: ben vengano le amministrazioni che ci dicono come stanno lavorando”.
“Manca un fattore – ha aggiunto Alessandro Delli Noci, rappresentante dell’Anci in conferenza stampa – la formazione digitale della politica e degli amministratori. Il digitale ha accelerato la nostra vita, figuriamoci quella di un’amministrazione abituata a risposte lente. La PA non trova vantaggi a parlare digitale e talvolta protocolla due volte perché non si fida del digitale. Come Anci abbiamo deciso di introdurre nel nuovo turn over della PA, una quota obbligatoria di assunzioni di professionisti del digitale. O abbiamo la forza e la capacità di introdurre nuove figure professionali che si occupano di digitale, altrimenti qualsiasi progetto calato dall’alto poi non impatta. Noi ci siamo per questa battaglia comune”.
“Il digitale sia materia di tutti – ha concluso Nello Iacono, rappresentante dell’associazione Stati generali dell’Innovazione – Da questo punto di vista, uno dei messaggi principali di questo percorso è quello di dire che la trasformazione non può venire dall’alto. Adesso abbiamo questi grandi programmi come SPID, come se potessero essere portati avanti solo con una strategia centrale. Invece no, possiamo cambiare il paese solo se abilitiamo a operare il territorio. Le amministrazioni locali sono centrali in questo lavoro. Open government è chiave di trasformazione dell’Amministrazione”. “L’Italia ha bisogno di una presa di coscienza e consapevolezza molto forte. Se io porto la fibra in tutte le case, non porto consapevolezza digitale. Abbiamo un gap di genere sul digitale tra i più alti d’Europa, una differenza dell’8% tra maschi e femmine che accedono al digitale. Abbiamo grossi problemi di strutturazione”.