Sebbene vi sia una consistente diminuzione dei beni che lo compongono il patrimonio immobiliare dello Stato aumenta di valore. E’ questo il trend indicato ieri dal direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, durante la presentazione del report con i risultati conseguiti dall’Agenzia nel 2015. Al 31 dicembre 2015 i beni in gestione all’Agenzia del Demanio erano complessivamente 45.397, per un valore di oltre 59 miliardi di euro, distribuiti per l’85% in uso governativo, 5% nel demanio storico artistico, 6% di patrimonio indisponibile e 4% di quello disponibile.
Si tratta, ha spiegato Reggi, di una progressiva ottimizzazione del portafoglio fatto di meno immobili ma di maggior pregio. In termini di consistenza, evidenzia il report del Demanio, l’uso governativo occupa il 48% dei beni gestiti per un valore di più di 50 miliardi. Il patrimonio disponibile riguarda il 38% del portafoglio e vale complessivamente 2,6 miliardi.
Particolare accento è stato posto da Reggi sul federalismo demaniale, che nel 2015 ha fatto registrare una forte accelerazione nel passaggio dei beni agli Enti territoriali, arrivando a coprire circa il 60% dei trasferimenti richiesti, per un valore totale di 886,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il federalismo demaniale culturale, risultano invece trasferiti 67 immobili di interesse storico-artistico per un valore di 367,2 milioni di euro circa al 31 dicembre scorso. Nel primo trimestre del 2016, inoltre, l’agenzia ha ultimato il 65% dei trasferimenti per un valore complessivo di 919,3 milioni di euro.
Il completamento di tale processo in corso, riporta il Demanio nel documento, e la riapertura dei termini del federalismo demaniale fino al 31 dicembre 2016 comporteranno il progressivo trasferimento di ulteriori quote del portafoglio statale disponibile in favore degli Enti territoriali, in un quadro di progressiva ottimizzazione.
Attraverso le vendite, tra il 2011 e il 2015 sono stati raggiunti i 568 milioni di euro tra operazioni ordinarie e straordinarie, con un forte incremento tra il 2013 e il 2014 a seguito delle manovre condotte assieme al ministero dell’Economia e Cassa Depositi e Prestiti. A queste vendite si aggiungono quelle di beni di altri enti pubblici per 4.667 milioni di euro.
L’Agenzia del Demanio, inoltre, sta avviando una attività di monitoraggio sull’utilizzo dei beni acquisiti dagli Enti territoriali. La norma, infatti, stabilisce che dopo tre anni dal trasferimento gli immobili non utilizzati dall’Ente territoriale dovranno rientrare nella proprietà dello Stato.
Ulteriori risparmi sono previsti nei prossimi anni grazie al progetto Federal Building che prevede di concentrare in uno o più immobili di proprietà pubblica sedi di amministrazioni dello Stato o di Enti pubblici, garantendo così un risparmio sui costi di affitto e un servizio più efficiente ai cittadini. In particolare, soltanto le 9 iniziative già avviate nelle città di Chieti, Milano, Firenze, Roma, Sassari, Cagliari, Aosta e Potenza, porteranno dal 2020 ad ulteriori risparmi di spesa per circa 27,7 milioni di euro annui.
Infine, il Demanio, assieme al Mef, ha dato vita a un’operazione che punta ad individuare il patrimonio pubblico da coinvolgere in processi di valorizzazione, riuso o dismissione. L’obiettivo finale è quello di generare risorse per le amministrazioni pubbliche, spiega l’Agenzia, attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare concorrendo a stimolare lo sviluppo economico e sociale su tutto il territorio. Attraverso l’iniziativa, chiamata ‘Proposta Immobili 2015’ e indirizzata ai comuni sopra i 50mila abitanti, sono stati individuati circa 700 asset di proprietà pubblica su cui attivare operazioni immobiliari. Per circa il 40% di essi sono stati avviati percorsi di valorizzazione o alienazione. Una seconda edizione allargherà la platea ai comuni con più di 10mila abitanti.