Nel 2023 il valore complessivo degli appalti di importo pari o superiore a 40.000 euro, per entrambi i settori ordinari e speciali, si è attestato in Italia attorno ai 283,4 miliardi di euro per più di 267mila appalti.
Il settore dei contratti ordinari ha riguardato 242.457 gare per 208.156.585.365 euro, quello del settore speciale 24.946 gare per 75.221.766.745 euro.
In forte aumento gli affidamenti diretti, che rappresentano, nel 2023, il 49,6% degli appalti totali. Sommando a tale percentuale quella relativa alle procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando (il 28,5%), si constata che per il 78,1% degli appalti, pari ad un numero di 208.954 su un totale di 267.403, le amministrazioni hanno optato per procedure non pienamente concorrenziali.
Sono questi i dati che emergono dalla Relazione annuale di Anac al Parlamento.
I dati sulla domanda di contratti pubblici, nel quinquennio 2019-2023, confermano l’importante crescita degli appalti soprattutto nell’ultimo biennio, trainata dalle consistenti risorse stanziate dal Pnrr, che prevede un importo complessivo di quasi 300 miliardi di euro. Il lieve decremento nel 2023 rispetto al 2022 (-3,3%) è dovuto alla presenza di un appalto nel 2022 di oltre 19 miliardi di euro della stazione appaltante ‘Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A’.
Per tipologia di contratto in particolare si sono avute per le forniture 93.114 gare per un valore di 97.725.251.435 euro, per i lavori 70.244 gare corrispondenti a 99.468.334.596 euro e per i servizi 104.045 gare per 86.184.766.079 euro. Per tutti i contratti l’importo medio è stato di 1.059.743 euro.
In termini numerici con la procedura aperta sono state assegnate nel 2023 il 17,4% delle procedure totali, mentre il 28,5% ha riguardato la procedura negoziata senza pubblicazione del bando e nel 49,6% è stato utilizzato l’affidamento diretto.
L’affidamento diretto è la modalità di scelta del contraente che fa registrare, a livello di importo, il maggiore aumento rispetto all’anno precedente (+31%), seguito dalla procedura ristretta (+10,7%). Diminuiscono le procedure negoziate previa pubblicazione del bando e le procedure aperte, che presentano una flessione, rispettivamente, del 20,5% e del 10,1% rispetto al precedente anno.
A livello di numerosità, si registra un significativo incremento degli affidamenti diretti e delle procedure negoziate previa pubblicazione del bando, che aumentano, rispettivamente, del 23,8% e del 14,1%, mentre si rileva una flessione delle procedure ristrette e delle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando, che diminuiscono rispettivamente del 11,5% e del 3,2%.
Per quanto riguarda il tipo di procedura scelta per espletare le gare, nel 65,5% dei casi totali sono state utilizzate le piattaforme telematiche di negoziazione. Le procedure espletate in modalità tradizionale o “cartacea” rappresentano ancora il 20,8% del totale.
Per quanto riguarda la spesa regionale si sono suddivisi i dati per tipologia e in percentuale al dato nazionale.
Per appalti di forniture il 5,2% della spesa è localizzata in Lombardia con 14.732.973.197 euro, seguita dal Lazio con il 3,4% e 9.506.067.852 euro e dalla Liguria con il 2% e 5.656.462.202 euro.
Lombardia e Lazio sono le regioni destinatarie del maggior numero di appalti, con il 4,7% e 3,8%, seguite dalla Campania (3%). Gli importi medi più elevati per appalto sono nelle Regioni Liguria e Lombardia.
Anche per gli appalti di servizi la spesa maggiore è nel Lazio con il 4,9% del valore e 13.881.002.654 euro e nella Lombardia che spende il 4,5% e 12.667.276.247 sul totale seguita dall’Emilia Romagna, 2,5% e 7.072.630.555 euro. Anche per i servizi Lombardia e il Lazio sono le regioni con il numero più alto di gare, con il 5,3% la prima e il 5,1% la seconda seguite dalla Regione Veneto con il 3,3%. Gli importi medi più elevati si registrano in Basilicata e Sicilia.
La quota maggiore per gli appalti di lavori è nel Lazio con il 5,4% e 15.302.777.517 euro, la Campania con il 3,4% e 9.753.326.424 euro e in Lombardia con il 3,2% e 9.095.324.600 di euro.
La Lombardia con il 3,7% è la Regione destinataria del numero maggiore di appalti, seguita da Piemonte, Lazio e Veneto con il 2% ognuna. Gli importi medi più elevati, sempre a livello di lavori, si registrano, invece, nel Lazio e Campania.
Le analisi sono state effettuate sulla base dei dati riferiti alle procedure di affidamento con un importo a base di gara pari o superiore a 40.000 euro ‘perfezionate’ con i codici identificativi di gara (CIG) e sono state svolte sulla base dei dati presenti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP), aggiornati alla fine di gennaio 2024.
Nel settore speciale gli appalti riguardano gas ed energia termica, elettricità, acqua, servizi di trasporto, porti e aeroporti, servizi postali, estrazione di gas e combustibili solidi.